MILANO – Il 30% del caffè venduto in Grande Distribuzione è rappresentato dalle capsule, secondo i Dati Super + Iper AT relativi al 2016. Si tratta di un risultato di estrema rilevanza, che va letto nel contesto dell’evoluzione in atto nel mondo del caffè.
La prima cosa che salta all’occhio è l’erosione del fatturato nei diversi segmenti della categoria caffè (2016 vs 2015): il caffè normale 100% arabica perde infatti il 9,3%, il caffè espresso il 7,6%, il macinato in cialde il 7,3%, il caffè macinato normale il 4,8%
L’industria sta compiendo grandi sforzi per “limitare i danni” e cercare di tenere almeno alla parità sull’anno il fatturato, in primo luogo attraverso le attività promozionali. Nel caso del macinato normale, ad esempio, la pressione promozionale sta attorno al 45%.
Si consideri che tale dato indica un valore medio. Tenendo presente che la pressione promozionale esercitata dai prodotti di caffè macinato in private label è del 15%. E che il 60% è indicativamente la media dei diversi followers della categoria.
Siamo insomma in presenza di un mercato in cui l’avvento delle capsule ha sovvertito i vari equilibri di marginalità.
Ma il leader Nespresso è fuori dalla rilevazione!
Il tutto, nonostante il principale competitor globale – Nespresso – non sia presente in GDO tra le capsule. E venda i propri prodotti attraverso altri canali di commercializzazione. A cominciare dall’e-commerce e le boutique.