MILANO – È un bar italiano in cambiamento quello che si attrezza per affrontare la “nuova normalità” riorganizzando gli spazi, interni (per ottimizzare i flussi) ed esterni, e il dialogo tra di essi. Adattandosi alle nuove esigenze di sicurezza, salute e fiducia. È quello pronto ad affrontare la fase 2, e oltre. Tra le prime misure? Prenotazioni via app e take away. Obiettivo: tornare a dialogare con il cliente.
Cosimo Libardo, Ceo di Carimali, ha viaggiato per studio e per lavoro – dall’Italia agli USA all’Australia – e questa non è la prima emergenza che si trova ad affrontare: “L’11 settembre 2001 ero a Orlando e gestivo il mercato americano di una grande azienda. Tutti gli ordini sono stati sospesi, nessuno sapeva cosa sarebbe successo, sembrava di essere in guerra. Ma ne siamo venuti fuori”.
Oggi secondo lui il bar “dovrà ripensare completamente il suo modello di business per seguire i modificati comportamenti di consumo. Nei primi tempi ci saranno cali, niente turisti, tra i consumatori ci sarà chi vorrà tornare subito alla vita di prima e chi continuerà ad avere paura”.
Quali le soluzioni da mettere in campo, dunque? “La digitalizzazione sarà fondamentale per tenersi in contatto con i propri clienti e compensare le perdite del canale fisico. Sarà necessario diversificare, promuovendo il take away e il delivery. Anche portare il caffè fuori, su ruote. Con il delivery si può proporre l’espresso a casa con qualcosa in più, la pasta artigianale, il gelato, il giornale” [come fa Peck a Milano, ndr].
Fondamentale sarà il tema della fiducia e della salute. E in questo l’innovazione è in prima linea con nuovi progetti o tecnologie oggi diventate indispensabili. Quali sono i progetti dell’azienda? “Stiamo lavorando a un contenitore per tazzine che riprende la sanitizzazione ogni volta che si richiude, per avere tazze sono sempre “sicure”. E a un sistema di pagamento per take away dove la macchina, una superautomatica, viene attivata dal cellulare. Può anche essere sistemata al bar, rivolta al cliente che si estrae il caffè da sé tramite app, senza toccare pulsanti o schermi”.
Una visione globale del “bar alla ripresa” viene da Enrico Bracesco, Chief Commercial Officer di Gruppo Cimbali. “Tra le prime misure vedo il posizionamento di macchina e macinino verso l’esterno del bar, con il menu della caffetteria esposto fuori: una pratica poco diffusa in Italia ma che acquisterà importanza. È un’idea da sfruttare anche all’apertura dei locali, perché consente di intercettare anche il pubblico “on the go” oltre a quello che entra nel locale, incrementando i volumi”.
Ma la macchina è importante anche all’interno, e andrebbe – se già non lo si è fatto – posizionata sul davanti. “Oggi è un oggetto di design, è più bassa e apre al cliente il campo visivo in modo tale da permettergli di assistere all’estrazione. E la trasparenza è un elemento psicologico fondamentale in questo momento per tranquillizzare il cliente”.
Compito dell’azienda poi è, oggi più che mai, semplificare i processi e il lavoro del barista. “In questo senso pensiamo possano esser utili i sistemi di pulizia automatici delle macchine come la doccetta per la pulizia dei filtri, i dispositivi che consentano di sprecare meno acqua ed energia e quindi ridurre i costi, i sistemi di pulizia e lavaggio con timer delle superautomatiche, l’app proprietaria di Gruppo Cimbali.
Che, tra le varie funzioni, consente il controllo da remoto della macchina superautomatica, riducendo di conseguenza il contatto tra persona e prodotto e, nei macinini, l’autotamper, che rende automatica la pressione del caffè nel filtro, riducendo i contatti ma anche velocizzando i processi: un elemento molto importante perché nel breve termine, con gli accessi contingentati, bisognerà svolgere le operazioni nel minore tempo possibile”.