MILANO – Tanta curiosità e un fiume di clienti paganti. Senza soluzione di continuità durante l’orario di aperura che è 7-21 sette giorni la settimana. E questo provoca lunghe attese. Anche se alle 7 qualche probabilità di entrare subito c’è, magari sfruttando i 10 minuti della preapertura, una tradizione di Starbucks in tutto il mondo.
Così il secondo giorno come il primo. Il terzo come il secondo. Si può ben dire che sia esplosa la Starbucks mania a Milano, città che sembra essersi letteralmente innamorata della Reserve Roastery di Piazza Cordusio 3. Anche se molti dei volti in coda paziente sono di stranieri.
Sì perchè Strabucks non ha stregato soltanto la città manche centinaia di stranieri visti pure loro in coda attirati evidentemente dalla novità che non ha eguali in Europa.
Da venerdì, giorno dell’inaugurazione ufficiale di quello che è l’unica Reserve Roastery d’Europa, migliaia di persone si sono messe in fila per riuscire ad entrare nel bar e assaggiare un caffè o un cappuccino.
I cui prezzi hanno già sollevato le polemiche di alcune associazioni nazionali di Consumatori come il Codacons. Che chiedono interventi delle autorità. Anche se non si sà a che titolo le istituzioni possa interventire su listini pubblici. E neppure più salati di altre caffetterie al top.
Domenica – terzo giorno di attività della roastery di Starbucks Milano – il copione si è ripetuto identico a quello di venerdì e sabato, eccetto la pioggia del primo giorno.
Anzi, se possibile, la situazione è peggiorata, con la coda – iniziata di buon mattino – che ha superato anche l’incrocio con Piazza Tommaso Edison e Via Armorari. L’attesa, ci hanno detto, ha raggiunto anche le due ore.
Nonostante ciò, persone di tutti i ceti, donne e uomini, giovani e meno giovani, si sono incolonnati accanto ai cordoni disposti da Starbucks e hanno atteso il via libera degli uomini della sicurezza. Che hanno fatto entrare i clienti a scaglioni in contemporanea all’uscita di altri avventori. Per evitare il parapiglia all’interno.
Ma il ministro Matteo Salvini non è d’accordo
Della vicenda Starbucks è meno entusiasta, invece, si è detto il ministro dell’Interno, il milanese Matteo Salvini, che sabato si è lasciato andare a un laconico: “Due ore di coda per un caffè da Starbucks? Ma nemmeno se mi pagano! Non ho parole”.
Chi abbiamo fotografato in Cordusio non la pensa come lui.
Nelle sue esternazioni quotidiane via social, Matteo Salvini ha trovato il tempo per occuparsi anche di Starbucks. La cosa non deve stupire, visto che già lo scorso anno, tra Salvini (allora non ancora titolare del Viminale) e la multinazionale americana c’era stato un animato scambio di battute.
Motivo? Le criticatissime palme di Piazza del Duomo, ma anche l’annuncio di Starbucks di voler assumere nei propri locali di tutto il mondo migliaia di rifugiati politici.
Dell’episodio riferisce l’Huffington Post, riportando poi i commenti dei clienti che si sono messi diligentemente in fila per provare l’esperienza della Rostery. Che dimostrano di avere le idee molto chiare sul concept targato Starbucks.
“Due ore di coda per un caffè da Starbucks? Ma nemmeno se mi pagano! Non ho parole..”. Lo scrive su Facebook il ministro dell’Interno Matteo Salvini a proposito delle lunghe code di clienti registrate a Milano per entrare da Starbucks, dopo il primo giorno di apertura.
Felici che qualcuno investa tanti soldi da noi
“Dobbiamo solo essere felici se qualcuno investe tanti soldi da noi”. E’ stato questo il commento di una ragazza in fila con tanti cittadini per entrare nel primo Starbucks aperto in Italia, in piazza Cordusio a Milano. Lo store da oggi è accessibile al pubblico dopo la festa a inviti di ieri sera, e già da questa mattina erano centinaia le persone in coda per assaggiare caffè e cappuccino della prima ‘Reserve Roastery’ d’Europa.
“Il concept della Roastery – entra nello specifico un’altra ragazza in coda – è diverso da quello normale americano. Hanno voluto rispettare la cultura italiana del caffè, e quindi sono curiosa di vedere come hanno realizzato il tutto”. “E’ moderno, piace ai giovani e il caffè secondo me è anche buono” ha assicurato invece un’avventrice appena uscita dal locale. “Milano – ha sottolineato un ragazzo in fila – ha guadagnato un altro punto in più. Per essere una città davvero competitiva e moderna come tutte le grandi metropoli d’Europa”.