MILANO – Stop allo spreco del caffè usato che adesso finisce nell’umido, per promuovere una nuova cultura della sostenibilità nei bar e nelle caffetterie italiane. Comunicaffè ci ha pensato e lo porta a Host grazie allo spazio offerto da Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi.
Di riuso consapevole delle materie prime a cominciare dal caffè si parlerà a Host lunedi 23 ottobre dalle ore 15.30 presso Spazio Fipe – padiglione 10 stand H74-L69 a Fieramilano Rho.
Ma di che cosa si parlerà? Ecco alcune gustose anticipazioni.
Il caffè è una miniera di sostanze bioattive. Le ricerche più accurate e precise sono arrivate a contare fino a 2.500 sostanze chimiche differenti all’interno del caffè. E poi c’è anche la parte solida.
Sono tutti componenti che si ritrovano in buona parte anche nel caffè usato, quello che di solito si butta nell’umido e che non viene riciclato.
Si tratta di uno spreco enorme perché l’estrazione del caffè, soprattutto quella espresso, toglie al caffè soltanto alcune sostanze aromatiche, quelle che danno il sapore di buono (quando il caffè è buono) o di cattivo alla tazzina.
Da qualche anno però i pionieri della Blue economy hanno iniziato pratiche virtuose per il riuso del caffè scartato da bar e ristoranti.
E qualcosa è già diffuso a livello popolare come le scatole per la coltivazione dei funghi su un substrato di caffè contenuto nel cartone.
Ma non ci sono soltanto i funghi: sono una ventina i riusi possibile per il caffè. E continuano a crescere. Perché è dei giorni scorsi l’annuncio dell’Università di Zurigo che è riuscita ad estrarre, per ora in laboratorio, gas metano dal caffè.
Tuttavia l’uso più noto e comune del caffè usato è quello come concime per le piante: la hanno sempre fatto tutti gli appassionati di giardinaggio che ben conoscono i vantaggi, anche l’economicità, di questa pratica. Altro Uso del caffè collegato al giardinaggio è l’impiego nella preparazione del vermicompost.
Ma non è tutto perché dal caffè può venire un altro aiuto all’agricoltura e al girdinaggio come antiparassitario organico, anti formiche e insetti.
Tuttavia, a sorpresa, il caffè si presta anche all’uso in cosmetica come scrub per la pelle e la zona attorno agli occhi. Anche in questo caso una pratica economicissima in un settore dove i prezzi dei prodotti sono da capogiro.
Sempre nel settore della cosmetica sono utilizzati lipidi e cere che possono facilmente essere estratti dal caffè dopo l’utilizzo.
Dall’uso per la coltivazione dei funghi, pratica studiata a fondo dall’Università di Torino in collaborazione con Lavazza, il caffè si presta anche a diventare il componente di pelle per caldaie ad alto rendimento al posto del legno.
Tecniche poco costose e non inquinanti hanno poi già permesso di ottenere piatti e bicchieri biodegradabili partendo dal caffè usato.
Si è già detto del metano prodotto a Zurigo. Altrove, e già si scala industriale, si produce biocarburanti sotto forma di etanolo.
Dal caffè si può anche ricavare un materiale che si chiama curface e che può essere usato per realizzare sedie e tavoli.
Due le possibilità sul fronte degli odori: un antidoti classico, il caffè funziona come un carbone attivo, e anche come pulisci scarichi.
Non mancano gli usi del caffè come antirughe sui mobili e sgrassante generale.
Infine un uso abbastanza noto è poi quello come colorante per i tessuti. Che si può allargare, aggiungendo colla, alla preparazione di colori per dipingere.