MILANO – A fronte del lockdown e di una Fase 2 che comunque presenta dei limiti e delle restrizioni, un canale che sta prendendo sempre più spazio è quello dell’ e-commerce. Una modalità di vendita e acquisto che probabilmente è stato premiato dalla facilità nel portare a termine la transazione limitando i contatti e quindi il rischio di contagio (oltre che, una discreta fila per il contingentamento delle entrate nei negozi fisici). Leggiamo come questa forma abbia coinvolto le aziende del caffè, dalle più grandi a quelle più ridotte, dall’articolo di Rosaria Sica per ilsole24ore.com.
E-commerce in crescita
Il caffè resta una dei riti più amati dagli italiani e nonostante il Covid-19 in pochi hanno rinunciato a bere un buon caffè anche se a casa. Secondo la Fipe sono 147mila i bar in Italia, con una produzione di circa 6 miliardi di tazzine di espresso vendute all’anno, con un volume d’affari di cerca 6,6 miliardi annui.
Un comparto in evidente difficoltà ma che si spera possa riprendersi al più presto, tanto che la maggioranza dei bar si è dichiarata pronta a riaprire sin da subito con tutte le tutele del caso, avendo già provveduto alla sanificazione dei locali e a fornire tutti i dispositivi di sicurezza, come guanti e mascherine, a tutti i dipendenti.
Da un lato un forte calo dei consumi legato al lockdown dall’altro un aumento dell’e-commerce con una crescita rispetto allo stesso periodo del 2019 del +170%
«La partenza molto forte del 2020 ci ha consentito, nonostante la drastica riduzione dei consumi fuori casa nel periodo del lockdown, di chiudere il primo quarter in linea con quanto previsto ma il resto dell’anno sarà pieno di incognite – commenta Igor Nuzzi, regional director Italy & Switzerland del Gruppo Lavazza –.
Sul business del canale retail nei primi 4 mesi del 2020 abbiamo rafforzato il trend positivo degli ultimi anni. Mentre come tutti gli operatori esposti al mondo del fuori casa, ormai fermo da mesi, siamo stati fortemente colpiti nelle attività dell’Horeca e dell’Ocs (Office Coffee Service, ndr). Che oggi rappresentano una buona fetta del nostro business».
Le rigide prescrizioni del governo hanno modificato sostanzialmente le abitudini di vita degli italiani che pian piano, superata la diffidenza iniziale, torneranno a consumare nei bar e nei ristoranti.
«In questa fase di emergenza le modalità di acquisto e consumo sono decisamente cambiate. Mi riferisco, ad esempio, all’utilizzo massivo dell’e-commerce che cresce del +178% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del take away, dell’aumento dei consumi domestici di caffè a causa del lockdown e dello smartworking a discapito dei consumi fuori casa.
La nostra strategia nel breve termine per questo canale non può non tenere conto delle difficoltà del periodo e sarà volta in primis a delle azioni concrete di vicinanza e sostegno verso i nostri clienti maggiormente colpiti: da supporti per favorire la ripartenza all’invio di speciali kit con le informazioni e i materiali da utilizzare per la fase di riapertura, per continuare ad assicurare la qualità del prodotto e del servizio in condizioni di totale sicurezza».