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sabato 02 Novembre 2024
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La vicenda Fac diventa una storia di spionaggio: Ipa s’infiltra

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MILANO – Su diversi quotidiani, come Il Secolo XIX e IVG, sono usciti articoli che riguardano la vicenda drammatica dell’azienda Fac di Albisola e un coinvolgimento di Riccardo Sala, presidente dell’azienda concorrente Ipa Industria Porcellane di Usmate Brianza in provincia di Milano, nonché membro del consiglio direttivo di Confindustria Ceramica.

C’è chi legge il futuro nel fondo di una tazzina da caffè e chi prova a condizionare il futuro di un’azienda di tazzine che va a fondo. La guerra fredda si è scatenata anche nel mondo della ceramica industriale.

Un’operazione che ha assunto il sapore dello spionaggio è stata condotta attraverso Facebook per mesi sino a essere smascherata da un ragazzino di tredici anni. Il terreno della vicenda è quello su cui sorge la Fac, Fabbrica Albisolese Ceramiche, già azienda leader nella produzione di tazzine da caffè per i grandi marchi internazionali entrata in crisi una decina di anni fa ed oggi chiusa, con i 148 operai impegnati in un presidio permanente per difendere lo stabilimento dalla liquidazione.

Riccardo Sala infiltrato

A tentare di infiltrarsi fra i dipendenti, gli enti locali e i sindacati è stato in prima persona Riccardo Sala, presidente dell’azienda concorrente, la Industria Porcellane Ipa di Usmate Brianza, nonché membro del consiglio direttivo di Confindustria Ceramica.

Sala ha utilizzato due pseudonimi, Aldo Profeta e Franco Bitta, per intervenire nella pagina Facebook usata da dipendenti della Fac e dagli stessi sindacalisti per comunicare con l’esterno.

A smascherare il tentativo è stato però il sindaco di Albisola, Franco Orsi (che ricopre anche la carica di senatore Pdl). Grazie all’aiuto del figlio tredicenne, piccolo genio dei computer, ha scoperto che la foto usata per il profilo di Aldo Profeta era in realtà quella di un cantante e showman inglese, Peter Andre, sollevando i primi dubbi sulla sua reale identità.

Ben presto si sollevano i sospetti e partono le verifiche

I sospetti si erano addensati sulla figura di Aldo Profeta poiché, pur non essendo noto ad Albisola, dimostrava una profonda conoscenza del settore e delle vicende della Fac, compresi gli appetiti immobiliari che potrebbero sorgere se la fabbrica venisse smantellata.

Profeta, giusto per tenere fede al nome, era diventato in breve tempo una sorta di “capopopolo”, osannato da un gruppo di dipendenti, contestato da altri per le idee espresse sul presidio e sul futuro della Fac.

Alla fine, a far crollare il castello dell’identità fasulla dell’imprenditore brianzolo, è stato un ragazzino di tredici anni

Il figlio del sindaco Orsi ha mostrato al papà un programma su Bing, un motore di ricerca Microsoft che confronta l’immagine inserita dall’utente con tutte quelle disponibili sul web.

E in pochi secondi è emerso che la foto di Aldo Profeta (alias Riccardo Sala) era in realtà quella di un attore inglese. Alla fine lo stesso Sala è stato costretto a rivelare la sua vera identità.

Ad Albisola la notizia ha scatenato un terremoto

Il sindaco Orsi ha espresso sconcerto di fronte ai mezzi usati dai titolari della Ipa per infiltrarsi nelle discussioni sulla Fac ed ha reagito con estrema durezza, annunciando di valutare un esposto al collegio di sorveglianza di Confindustria. Oltre ovviamente a smascherare davanti a tutti la vera identità dei fasulli Aldo Profeta e Franco Bitta.

Riccardo Sala, con il fratello Roberto, guida la Ipa, unica azienda rimasta sulla scena del mercato italiano delle tazzine da caffè per uso industriale, ha ammesso la sua identità. Ma questo ha lasciato ancor più esterrefatti lavoratori e sindacalisti.

«Certo, questo è un alias – ha spiegato Sala, a capo di un piccolo impero che fattura oltre venti milioni di euro e occupa 140 dipendenti – la scelta della foto dell’attore famoso di certo non voleva contribuire alla sua blindatura. Pensavamo che valessero di più le idee esposte che non chi le dicesse».

Il tentativo di infiltrarsi sotto falso nome, però, non è stato digerito dal sindaco Orsi, che ha definito il “mezzuccio”

«Un affronto per tutta la città di Albisola». e poi ha aggiunto: «Chissà se nel mondo della produzione di tazzine per uso professionale c’è un imprenditore normale o sono tutti strani come quelli che mi è capitato di conoscere. Ma se domani qualche imprenditore con progetti concreti per la nostra città si presentasse, noi siamo pronti ad ascoltarlo».

Dello stesso tenore le reazioni dei sindacati. Fulvio Berruti, segretario provinciale Filctem-Cgil, ha però rilanciato: «Se non si è trattato solo di una presa in giro di pessimo gusto, il signor Sala potrebbe venire ad Albisola per incontrarci». Anche solo per prendere un caffè. Dal vero.

Il senatore detective smaschera i manager che aizzano gli operai

La fabbrica sta fallendo: Orsi, sindaco Pdl di Albisola, scopre la mossa sleale dei titolari dell’azienda concorrente di Paola Setti

C’è un’azienda in crisi, la Fac di Albisola, che produce ceramiche e si avvia al fallimento, con un buco in bilancio che viaggia sugli 8 milioni di euro e 148 lavoratori quasi a spasso.

C’è una pagina Facebook, «Salviamo la Fac», che diventa un forum fra dipendenti, cittadini e istituzioni, un tavolo di confronto mediatico fra ben 5mila persone alla ricerca di soluzioni perché, al di là dei futuri disoccupati, questa è una fabbrica storica, quella in cui i grandi ceramisti da Salino a Fabbri hanno cotto prestigiosi pezzi della loro arte.

E c’è il sindaco Pdl, il senatore Franco Orsi, che da mediatore si trasforma in detective e smaschera i due agit prop del gruppo, che aizzano i lavoratori contro ogni salvagente, ma altro non sono che il presidente e l’amministratore delegato della massima azienda concorrente, la Ipa Porcellane di Milano.

Benvenuti nell’era del web, quella in cui oltre a guardarti da certe cattive gestioni tocca diffidare pure delle imitazioni

Sono due mesi che va avanti così. Il sindaco prospetta una delocalizzazione? Aldo Profeta e Franco Bitta, l’uno giovane bancario di Sestri Levante, l’altro semplicemente registrato come «uomo», scrivono che no, attenti, così non se ne esce.

Il sindaco pensa di proporre alla proprietà di trasformare una parte dei volumi in residenza, a patto di non chiudere la fabbrica? Ohibò: i due con fare ambientalista gridano alla speculazione edilizia dietro l’angolo. È allora che Orsi inizia a farsi delle domande.

«C’è una cosa che non capisco: su questa pagina scrivono molti operai Fac, altrettanti albisolesi e altre persone che ci mettono la faccia. Poi ci sono una serie di personaggi che sui loro profili non hanno una foto né un amico comune».

E insomma chi sono? Potenza della tecnologia, il senatore imbraccia uno di quei programmini che tu metti la foto e lui ti dice il nome del fotografato

Se Bitta ha un logo, Profeta invece, sorpresa, ha messo la foto di un giovane attore inglese, Peter Andre. Scoperti, i due confessano: siamo Riccardo e Roberto Sala, titolari di Ipa. Orsi non ci può credere e scrive ai fratelli Sala: qualcuno usa i vostri nomi su Facebook. Risposta: siamo proprio noi.

Ai naviganti, i due fratelli mandano un messaggio conciliante: «La nostra azienda è stata contattata tempo fa dallo studio 3G &partners in quanto è considerata una delle pochissime realtà industriali italiane che potrebbero prendere in seria considerazione il rilancio della Fac. Ma allo stato attuale riteniamo un nostro intervento altamente improbabile».

E insomma: «Abbiamo scambiato informazioni, raccolto idee e valutato persone: abbiamo tastato il polso al territorio».

Già. Il problema, annota Orsi, è che «lorsignori avevano tutto l’interesse a smontare ogni azione di salvataggio, che l’obiettivo fosse far fallire un’azienda concorrente, oppure acquisirla».

Lui ci vede se non una turbativa del mercato, almeno una violazione del codice etico di Confindustria, visto che Riccardo Sala fa parte del Consiglio direttivo Ceramica. Quindi, ieri ha preparato l’esposto da inviare all’associazione, cui probabilmente aggiungerà la firma anche l’Unione industriale di Savona.

Toccherà inserirci anche l’ultimissima dichiarazione dei fratelli Sala, che al «signor sindaco» scrivono, sempre su Facebook: «Qui pubblicamente le dichiaro, visto la sua convinzione ammirevole, la nostra disponibilità di valutare qualsiasi sua proposta che ci faccia ricredere sulla convenienza di intervenire nella Fac, speculazioni vere o false a parte».

Appunto.

Fac Albisola, fissato l’incontro con la famiglia Sala. La Rsu: “Ogni imprenditore serio è ben accetto”

di Federico De Rossi

“Mi sono sentito telefonicamente con la famiglia Sala, che ha manifestato interesse per un incontro dopo Pasqua al fine di verificare le opportunità proposte dell’amministrazione comunale sul futuro della Fac, oltre all’esame delle “carte” dell’azienda e la sua situazione.

Ho fatto presente che considero chiusa ogni polemica con i titolari dell’Ipa che è un’azienda che rappresenta, dal punto di vista industriale, un interlocutore interessante e credibile per ciò che rappresenta nel settore e per le capacità che ha dimostrato con i numeri della propria produzione e del proprio fatturato”.

Lo afferma su Facebook il sindaco di Albisola Superiore Franco Orsi, dopo le voci su un possibile interessamento da parte della famiglia Sala per la storica azienda albisolese.

Secondo quanto riportato da IVG l’incontro è stato fissato dopo Pasqua proprio quando il liquidatore nominato dalla proprietà avrà in mano il quadro completo e dettagliato sulla situazione patrimoniale dell’azienda, i suoi debiti e le cifre finanziarie del sito produttivo, dove i lavoratori sono ancora in assemblea permanente in attesa di conoscere il loro destino.

Il sindaco Franco Orsi, sempre sul social network, ha ribadito la volontà di raccordarsi con dipendenti della Fac e organizzazioni sindacali su ogni possibile ipotesi per salvare l’azienda e riprendere la produzione.

“Gli imprenditori con progetti seri, interessati a dare lavoro e sviluppo quanto al loro profitto erano, sono e saranno i benvenuti alla Fac ed a Albisola la mia proposta e’ che il sindaco di Albisola Franco Orsi organizzi un incontro in comune con i fratelli sala le organizzazioni sindacali e la Rsu al più presto, per conoscerci e capire le loro reali intenzioni” sottolinea Alessandro Milanesi della Uilcem Rsu Fac.

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