TORINO – Sarà interessante capire se ne guadagneranno i clienti oppure i gatti. Ma Torino sarà la prima città italiana ad avere due bar dove un gruppo di mici sarà a disposizione dei clienti, gironzolando tra i tavoli con l’obiettivo di farsi coccolare. Il primo «bar con i gatti» aprirà in via Amendola 6D, nella stessa sede in cui a metà degli Anni 80 aprì il primo fast food della città.
Altri tempi, altre mode: il nuovo locale si chiamerà «MiaGola-caffè». «Con la “G” maiuscola – precisa Andrea Levine, la proprietaria – perché sarà un posto dove l’amore per i gatti si unirà a quello per le cose buone».
Sarà un locale con il personale tutto femminile, perché «i gatti sono molto amati dalle donne – spiega -. Voglio che sia sì un posto tecnologico, con il wi-fi per restare connessi con il mondo, ma anche un locale dove la gente possa incontrarsi e dialogare. Da sempre i gatti come i cani fanno incontrare le persone, i proprietari si scambiano idee e pareri sui loro animali».
Il primo «bar con i gatti» è stato aperto a Taiwan, ma la moda è esplosa in Giappone con i «Neko cafè» (neko in giapponese vuol dire appunto gatto), una catena che ha già conquistato l’Europa e che nei prossimi mesi arriverà anche da noi, a far concorrenza al «Mia Gola».
«Abbiamo pensato fosse un’ottima idea anche per Torino – racconta Barbara Salerno, portavoce del “Neko” torinese -. In società siamo in quattro, tutti animalisti convinti. Abbiamo fondato una onlus “Neko ffff” dove le f sono il simbolo delle fusa».
Il «Neko café» torinese non ha ancora scelto la sua sede: «Stiamo valutando due locali a San Salvario», racconta Barbara. Il progetto si finanzierà con il «crowdfunding», come capita per molte attività di questo genere. «Ci sarà anche uno sportello per segnalare problemi e maltrattamenti. Speriamo di diventare un franchising in Italia, partendo proprio da Torino».
Anche il «Mia Gola» avrà delle iniziative «animalmente» utili: un video wall per le video-adozioni e una sala per le conferenze con i veterinari.
Tre continenti In Europa, i primi locali «gattofile» sono nati a Parigi e Vienna. «Sono andata al caffè viennese per vedere come era organizzato – spiega Andrea -, ma ce ne sono anche a Berlino, Budapest. In America c’è il “Miao” di Boston». Insomma ormai in molte parti del mondo tenere un gatto in braccio mentre si mangia un’insalata non è più un’idea tanto bizzarra.
Ma quanti saranno i gatti nel locale? «Almeno cinque, come a Vienna – spiega Andrea – e tutti trovati al gattile. Sono un’animalista convinta, li prenderò tutti al gattile». Anche a Vienna, dove la proprietaria è giapponese, i mici in sala sono tutti ex randagi.
In Francia A Parigi invece i gatti sono 12, ma si sa la «grandeur» francese raddoppia tutto. «Non sono troppi – dice Margot Candelon, la proprietaria del «Cafè des chats» nel quartiere Marais -. Sono ricercatissimi dai clienti: le vibrazioni delle fusa «rallentano il ritmo cardiaco, fanno bene all’artrite, guariscono dai reumatismi, abbassano la pressione».
Sarà. Forse accarezzare un gatto prima di affrontare una giornata di lavoro stressante non cambierà la vostra vita, ma di sicuro migliorerà la giornata di quel gatto.
Fonte: La Stampa
Per leggere l’originale: http://lastampa.it/2014/01/05/societa/lazampa/da-tokyo-lidea-di-un-bar-pieno-di-gatti-LohG8cBATurnsWlFIoGz6O/pagina.html