ROMA – Davanti a una tazzina di caffè non c’è politica che tenga. Quante volte leader e peones fanno e disfano alleanze sorseggiando un espresso ai banconi della buvette di Montecitorio. Occasione di serrate trattative e scambi di impressioni sarà certamente l’elezione del nuovo capo dello Stato, che avrà inizio giovedì prossimo alla Camera, quando si riunirà il Parlamento in seduta comune.
Per l’occasione al “bar dei deputati” è spuntata un’altra macchina del caffè, capace di sfornare anche cinque espressi per volta, che si vanno ad aggiungere ai sette garantiti da quella principale, vicina al bancone.
Politica e caffè: si parla intorno alla tazzina
Per fronteggiare l’emergenza caffè e placare la fame degli onorevoli grandi elettori (alla buvette non mancano mai panini, tramezzini e supplì) raddoppieranno anche le casse. Resteranno invariati, invece, i prezzi.
Un espresso costerà 80 centesimi, un “corretto” 1 euro e 60
Un decaffeinato 1 euro, mentre si spenderà 1 euro e 20 per una bevanda d’orzo, un ginseng o un guaranà. Per la stessa cifra (1,20) è possibile consumare un caffè freddo o un caffelatte.