NEW YORK — Dopo lo scandalo dei due afroamericani arrestati in un locale Starbucks a Philadelphia, la multinazionale americana ha deciso di correre ai ripari organizzando un corso anti-razzismo per i suoi dipendenti, che la catena chiama partner, statunitensi.
L’appuntamento è per martedì 29 maggio: in tale data, oltre 8 mila locali americani chiuderanno i battenti, in modo da consentire a circa 175 mila partner di partecipare al corso. Ne parla Repubblica in un articolo che vi proponiamo di seguito.
Starbucks dice basta a ogni tipo di discriminazione nei suoi locali e, a sorpresa, decide di fermarsi per un giorno. Il prossimo 29 maggio, infatti, oltre 8 mila dei suoi locali sparsi in tutti gli Stati Uniti resteranno chiusi per permettere a circa 175 mila partner di partecipare a un corso anti-razzismo.
Il gigante americano del caffè spera così di diradare la bufera in cui è piombato dopo che in un suo negozio di Filadelfia due ragazzi afro-americani sono stati arrestati senza motivo, solo perchè dopo aver utilizzato il bagno non avevano ordinato nulla.
Dure proteste nelle strade
Dure le proteste seguite, anche in strada, con il locale teatro dell’episodio da giorni pattugliato dalla polizia.
Il numero uno dell’azienda di Seattle, Kevin Johnson, ha deciso dunque di passare dalle parole ai fatti. Quindi dalle scuse presentate pubblicamente per un episodio che ha definito “riprovevole” a una revisione delle policy del gruppo. Per renderle più stringenti contro ogni tipo di atteggiamento e comportamento discriminatorio o addirittura razzista da parte dei propri dipendenti. Di qui il corso di formazione organizzato per il pomeriggio del 29 maggio.
Polizia nel mirino
“Quello che è successo è sbagliato, non collima con quelli che sono i nostri valori. E non dovrà accadere mai più nei nostri locali”, ha affermato Johnson. Che negli ultimi giorni è volato da Seattle a Filadelfia per seguire di persona la vicenda. E per incontrare il sindaco della città e i vertici della polizia.
Anche quest’ultima è finita nel mirino per il comportamento dei due agenti; intervenuti e ripresi dai telefonini dei clienti mentre ammanettavano e portavano via i due afroamericani. Un video virale che ha avuto oltre 9 milioni di clic e che ha scatenato l’indignazione sui social.