ROMA – “In Italia abbiamo un bar ogni 400 abitanti e un pubblico esercizio ogni 250. Una
rete di locali che noi vogliamo trasformare in un vero e proprio sistema di controllo del territorio, dedicato alla prevenzione e al contenimento della violenza sulle donne. Una violenza che troppo spesso finisce per incrociare in maniera diretta o indiretta i locali italiani. I casi di cronaca ci raccontano di dipendenti e imprenditrici, bersaglio di attenzioni eccessive e tutt’altro che ricambiate da parte di clienti più o meno annebbiati dall’alcol. Ma anche di donne in fuga dai loro aguzzini che trovano rifugio nei bar o nei ristoranti
aperti. È essenziale che chi si trova a vivere queste situazioni sia preparato ad affrontarle al meglio, a riconoscere i segnali di pericolo e a reagire di conseguenza. Ecco perché, in occasione della giornata internazionale delle donne, rilanciamo il valore delle iniziative concrete: le mimose fanno piacere e sono belle, ma ciò che vogliamo davvero è poter vivere le nostre abitazioni e i nostri locali in sicurezza”.
Con queste parole la presidente delle imprenditrici di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, Valentina Picca Bianchi, riassume il progetto di prevenzione della violenza di genere sul quale sta lavorando insieme al Ministero dell’Interno e al Dipartimento Centrale anticrimine della Polizia di Stato.
Donne protette dalle istituzioni
L’idea, nata lo scorso novembre in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, si è sviluppata nel corso dei mesi e nelle prossime settimane si tradurrà in un protocollo d’intesa e in un road show per presentare e avviare alcune iniziative concrete:
– la promozione all’interno dei pubblici esercizi di una cultura di vicinanza e sostegno sia al personale femminile che alle clienti;
– la diffusione di una campagna di comunicazione interna volta alla tutela ed alla sicurezza della donna sia come lavoratrice sia come fruitrice di servizi all’interno dei pubblici esercizi;
– la realizzazione di percorsi di sensibilizzazione, informazione e formazione all’interno dei locali finalizzati a formare il personale ed a spiegare la violenza nei luoghi di lavoro;
– la messa in atto di strumenti per far comunicare le donne in difficoltà o in caso di pericolo, con le forze dell’ordine.
“Alcune di queste procedure – prosegue Picca Bianchi – sono già consolidate presso la Polizia di Stato, ma è fondamentale lavorare perché siano assimilate anche dal mondo dei locali. Per questo stiamo pensando a un cocktail speciale, magari un ‘mimosa’, che potrà funzionare come un messaggio in codice: ordinandolo, le donne che sentiranno la propria incolumità minacciata segnaleranno un disagio che si tradurrà in una richiesta di intervento alle forze dell’ordine”.
“È essenziale – conclude la presidente – mettere in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione per dare il via a una rivoluzione prima di tutto culturale, in particolare in questo momento post pandemico che vede le donne ancora più fragili, con un aumento delle violenze domestiche e un crescente dramma occupazionale”.