lunedì 23 Dicembre 2024
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Domori, in programma la Cittadella del cioccolato a Streglio nel 2024

“La superficie che occupiamo oggi è di circa 6mila metri quadri. Mentre lo stabilimento che abbiamo acquisito ne conta circa 11mila più la possibilità di realizzarne altri 10mila” sottolinea l’amministratore delegato Andrea Macchione

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MILANO – Dopo l’acquisizione di Galup del marchio Streglio, Domori decide di convertire l’ex stabilimento produttivo in una Cittadella del Cioccolato. A none, il progetto conta di riqualificare la superficie di circa seimila metri quadri. Leggiamo come ha commentato questa nuova operazione, l’amministratore delegato Andrea Macchione. Dall’articolo dii Marco Bertello su torinoggi.it.

Domori: l’obiettivo entro il 2024

I piani aziendali della Domori stimano un trasferimento nei primi mesi del 2024 in quella che diventerà la ‘Cittadella del cioccolato’, al posto dello stabilimento Streglio di via Sestriere 116 a None. L’operazione di acquisto dell’area si è conclusa il 30 settembre, con la contemporanea acquisizione da parte di Galup del marchio Streglio, i cui prodotti verranno realizzati proprio da Domori, all’interno di un disegno di collaborazione tra imprese del gusto.

La Domori, che conta una novantina di dipendenti, si trova in via Pinerolo 72/74, a poche centinaia di metri dall’area Streglio: “La superficie che occupiamo oggi è di circa 6mila metri quadri. Mentre lo stabilimento che abbiamo acquisito ne conta circa 11mila più la possibilità di realizzarne altri 10mila” sottolinea l’amministratore delegato Andrea Macchione.

Lo spostamento quindi consentirà uno sviluppo della produzione in futuro, ma anche di realizzare quella ‘Cittadella del cioccolato’ aperta a famiglie e scuole

“Prima dell’emergenza Covid alla Domori venivano in visita seimila persone l’anno – entra nel merito Macchione –. Per questo progetto siamo in contatto con Regione e Stato perché vogliamo realizzare una fabbrica da vivere con maggiori opportunità di visita e di formazione, pensiamo anche a delle serre con le fave di cacao”.

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