domenica 22 Dicembre 2024
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Dolcificante: il rischio è quello di mangiare di più

Una nuova ricerca dell'Università di Sydney mette in guardia dal rischio legato al consumo dei dolcificanti artificiali

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MILANO – Scegliere un dolcificante, invece del normale zucchero, per avere una perfetta forma fisica. Ancora di più in un periodo come quello estivo fortemente legato alla “prova costume”.

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Dolcificante: la soluzione ad ogni male. Oppure no.

Il rischio è sempre in agguato. Perché l’assunzione di dolcificanti artificiali, per ridurre le calorie, porterebbe il nostro cervello ad una mancata corrispondenza tra il gusto dolce e il valore nutrizionale degli alimenti. Confondendolo e alterando la sensazione di fame fino a spingere l’organismo a consumare più cibo.

La ricerca sul dolcificante

La ricerca del Garvan Institute of Medical Research di Sydney, pubblicata sulla prestigiosa Cell Metabolism, ha descritto l’effetto del consumo di uno dei dolcificanti più diffusi: il Sucralosio. Lo studio è avvenuto sul modello animale. Ha spiegato i meccanismi neurologici alla base di questo fenomeno.

Le cavie sono state nutrite con alimenti ricchi in sucralosio, per alcuni giorni. I ricercatori hanno monitorato la loro attività cerebrale. Gli animali esposti al dolcificante aumentavano di un terzo il loro introito calorico. La causa è di un effetto legato all’attivazione di un circuito neurologico che ha il compito di integrare il sapore dolce con il bilancio energetico dell’organismo.

Se questo equilibrio si perde l’animale sente la necessità di mangiare di più. Gregory Neely dell’Università di Sydney, uno degli autori dello studio, ha commentato come: “Quando la corrispondenza tra la dolcezza dell’alimento e il suo contenuto energetico viene a mancare, il cervello ricalibra la sensazione della fame e ci spinge ad assumere più calorie”.

Cosa scegliere?

Compito dei ricercatori sarà adesso quello di comprendere se anche nell’essere umano lo stesso tipo di reazione possa essere evocata dal dolcificante. Prodotto spesso accusato di portare ad alcune forme di cancro. Consigliato in alcune diete per ridurre l’introito calorico dello zucchero bianco, oppure quello di canna. Resta però un prodotto dal consumo controverso.

Tanti poi, forse troppi, i falsi miti legati allo zucchero tradizionale. Accusato dai detrattori di portare esso stesso al cancro, consigliato quando di canna per la sua maggiore parte di fibre. La raffinazione secondo alcuni medici resta un semplice processo di “sbiancamento”. Senza ripercussioni per la salute umana. Il dato finale però è l’attesa. Una “poco dolce” attesa di sapere come rendere più gustoso il proprio caffè o l’amato dessert.

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