NEW YORK – Un tribunale della metropoli statunitense ha cercato di chiarire la questione: i camerieri devono spartirle con i supervisori ma non con i gestori. È successo che la Corte di Appello, il tribunale di più alto grado dello stato di New York, ha stabilito delle nuove regole sulla suddivisione delle mance nei bar e ristoranti, rispondendo a due ricorsi presentati da dipendenti di Starbucks.
Secondo la sentenza del tribunale i baristi di Starbucks devono condividere le loro mance con i supervisori del locale – cioè coloro che sono a capo di un gruppo di camerieri o baristi, e ne coordinano il lavoro – ma non con gli “assistant managers”, figure professionali più alte che si occupano di gestire l’intero locale o una parte di esso.
La decisione del tribunale, che può influenzare decine di migliaia di ristoranti e bar in tutto lo stato, è arrivata dopo diversi anni di confusione e discussioni tra camerieri e gestori dei locali sul tema della suddivisione delle mance. La sentenza della corte non è però definitiva, e la questione sarà ora affrontata da un tribunale federale.
Il tribunale di New York ha deciso sulla base della legge sul lavoro dello stato, secondo cui l’attività del supervisore del personale non è poi così differente da quella dei camerieri. Il lavoro degli assistenti manager, invece, secondo la corte richiede una responsabilità tale che non può essere paragonato a quello dei camerieri o dei supervisori.
La “New York State Restaurant Association”, un’associazione che rappresenta più di 56mila ristoranti, bar e club, ha definito una “vittoria” la sentenza del tribunale. Che finalmente fa chiarezza su una questione delicata. E che in passato aveva costretto i datori di lavoro ad adottare delle politiche non uniformi sulla suddivisione delle mance.
Mance obbligatorie
Nei ristoranti degli Stati Uniti il servizio non è incluso, e si paga a parte con la mancia. È praticamente obbligatoria – in molti posti è obbligatoria e basta – e costituisce buona parte della retribuzione dei camerieri. Di solito ammonta a circa il 15-20 per cento del conto.
Fonte: il Post