MILANO – La distribuzione automatica in Italia è un settore che rappresenta l’eccellenza su scala internazionale: il vending tricolore si è dimostrato leader sia per quanto riguarda il numero di distributori installati, sia per il loro utilizzo, sia per la loro produzione. Parlando in cifre, un italiano su due predilige le macchinette per consumare la pausa caffè, mentre le imprese che agiscono nella distribuzione automatica sono oltre tremila, per un indotto occupazionale che supera le trentamila unità. Per concludere ancora con i dati in mano: circa il 70% della produzione italiana viene esportata oltre i confini nazionali. Questa industria ha risentito indubbiamente degli effetti del Covid, tra lockdown e smartworking: ha segnato un -31,9% in termini di vendite dal 2019 sul 2020. Ma è stata anche l’occasione di ripensare il settore verso soluzioni sostenibili e di qualità. Leggiamo su queste nuove strategie, un articolo da ilsole24ore.com.
Distribuzione automatica: l’Italia riparte dal verde
Chi pensa che i distributori automatici siano sinonimo di alimentazione non salutare o di un sistema estremamente impattante per l’ambiente, sia in termini di packaging che di impatto sui trasporti, si dovrebbe ricredere. Massimo Trapletti, presidente di Confida Associazione italiana distribuzione automatica, punta su qualità, transizione ecologica e transizione digitale come chiavi per il rilancio del settore.
La prima iniziativa, “Vending Sostenibile”
Un’operazione che ha previsto l’attribuzione di un riconoscimento al Comune italiano che ha saputo pensare e poi mettere in atto il migliore piano di sviluppo sostenibile per la distribuzione automatica. Il premio, promosso nell’ambito del “Cresco Award – Città sostenibili” è stato organizzato da Fondazione Sodalitas e Anci Associazione Nazionale Comuni Italiani.
La seconda iniziativa di cui abbiamo parlato, è RiVending, un’operazione di recupero e riciclo di bicchieri e palette in plastica per vending machines, in linea con le richieste dell’Unione Europea. Ideata insieme a Corepla e Unionplast.
Lungo tutto lo Stivale, tra scuole, università, uffici pubblici, sono già stati installati oltre 8mila cestini RiVending.
Ma non è finita qui in questa evoluzione: perché oltre alla solita offerta, la distribuzione automatica ha compreso anche prodotti nuovi più salutari, come ad esempio ricette biologiche, soluzioni senza zucchero e gluten free, oppure snack con ingredienti a chilometro zero e equosolidali.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha fatto rientrare la distribuzione automatica tra i benefici del piano Transizione 4.0
Che permette di continuare l’evoluzione tecnologica già in atto da diversi anni in Italia nel settore della produzione dei distributori automatici. Oggi le tradizionali “macchinette” sono vere e proprie vending machine “smart” di ultima generazione, con funzionalità avanzate, come il collegamento al software gestionale dell’azienda in modo da gestire le funzioni del distributore da remoto, oppure l’utilizzo di App per pagare cashless. E ancora, l’impiego di schermi touch che, oltre a consentire una migliore esperienza d’acquisto coinvolgendolo nella personalizzazione delle ricette, può fornire al consumatore utili informazioni sui prodotti come ingredienti e allergeni.
La pandemia ha inoltre incoraggiato la messa a punto di sistemi di sicurezza per garantire il massimo dell’igiene per prevenire la trasmissione del virus, come app di pagamento contactless che consentono l’acquisto senza contatti col distributore automatico e lampade a raggi UV integrate che sanificano il vano di prelievo dei bicchieri.
Non da ultima, la questione della certificazione. Il settore della distribuzione automatica ha dato vita a una certificazione di qualità grazie alla collaborazione tra Confida e l’ente certificatore Csqa. Tqs Vending è una certificazione che consente ad aziende, enti pubblici e, soprattutto, al consumatore di sapere che l’azienda titolare del distributore automatico rispetta una serie di parametri e uno standard di qualità nell’esecuzione del servizio.