VENEZIA – Cinque giovani fotografe (FOTO sopra) che attraverso l’obbiettivo raccontano la propria terra, l’Etiopia, declinando un tema che vuole stimolare loro e lo spettatore a superare calcoli, convenzioni e stereotipi: la distanza.
Sono questi gli ingredienti di Distance, il nuovo progetto di Tales-on, piattaforma artistica permanente supportata da Caffè Bristot, ideata e curata da Marco Milan per stabilire relazioni con artisti contemporanei attivi nei Paesi produttori di caffè.
Distance è realizzato in collaborazione con Addis Foto Fest, il primo festival internazionale di fotografia in Etiopia la cui quarta edizione si terrà ad Addis Abeba dal 15 al 20 dicembre 2016, e grazie al contributo della sua fondatrice e direttrice, la fotografia etiope di fama internazionale Aida Muluneh.
Muluneh e Milan hanno invitato a partecipare al progetto cinque giovani fotografe etiopi che ad Addis Abeba stanno lavorando all’ideazione e realizzazione di progetti fotografici originali, ciascuno dei quali racconterà in maniera unica e personale il tema della distanza attraverso 30 scatti: si tratta di Haymanot Honelegn Assefa (1993), Hilina Mekonen Tesfaw (1988), Maheder Haileselassie Tadese (1990), Netsanet Fekadu (1988) e Luna Solomon (1993).
Le immagini, insieme alle videointerviste alle artiste, saranno poi protagoniste di due mostre gemelle: ad Addis Abeba, come evento collaterale dell’Addis Foto Fest (dal 15 al 20 dicembre 2016), e a Venezia, alla Scoletta Battioro, in campo San Stae (dal 15 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017).
Il progetto proseguirà poi con la realizzazione di un libro d’artista in 500 copie che verrà donato alle principali istituzioni culturali e agli opinion leader di tutto il mondo, e in un’azione di supporto concreto allo sviluppo dell’attività di ricerca e produzione artistica ad Addis Abeba, i cui dettagli verranno definiti e resi noti nelle prossime settimane.
Aida Muluneh, che dopo aver vissuto gran parte della sua vita in Canada è tornata dieci anni fa ad Addis Abeba per promuovere progetti di sostegno ai giovani artisti etiopi, con il suo carisma ed esperienza ha collaborato con Milan alla selezione delle cinque giovani fotografe protagoniste del progetto, con l’obbiettivo di consentire a ciascuna di loro di esprimersi con libertà e sincerità in un momento non certo facile per il loro Paese, e con la peculiarità del loro essere donne.
“Alle giovani fotografe cerco di insegnare il valore del ruolo che possono avere, perché sono loro le testimoni di questi anni e saranno i loro lavori a creare l’archivio di questi cambiamenti – spiega Muluneh – la fotografia è un sistema, è produzione di cultura, non solo ritrattistica e matrimoni: è questa la percezione che vorrei cambiare”.
Dopo About the Error / Sobra el Error (2015), prima esperienza della piattaforma sviluppata in Colombia, Tales-on approda così in Africa, un altro dei principali Paesi fornitori di Caffè Bristot, brand di torrefazione tra i leader in Italia e nel mondo, per dar vita a una nuova operazione di restituzione sociale attraverso l’arte e la cultura a partire da un vocabolo e da un tema guida.
“Da un punto di vista formale la distanza è misura, è il risultato di un processo che per essere determinato necessita di convenzioni, di strumenti e calcoli. Ma non tutte le distanze sono misurabili o necessariamente quantificabili – spiega Marco Milan – ecco allora che il prendere distanza può diventare atto culturale, un modo per sottolineare un bagaglio personale e sociale nato da un territorio e da esperienze specifici, una commistione tra fisicità, pensiero e percezione in cui, partendo da elementi distinti e in relazione più o meno marcata tra loro, irrompono i concetti di diversità e differenza”.
Uno spazio ricco, quello della distanza, come conferma la varietà degli approcci scelti da ciascuna delle fotografe protagoniste: dal concetto di tempo e distanza tra generazioni alla depressione come distanza tra mondo interiore ed esteriore, o ancora lo spazio fisico come distanza urbana tra periferia e centro.
La scheda Caffè Bristot
È il brand più importante di Procaffé SpA, una delle torrefazioni leader in Italia e in molti paesi del mondo per il mercato dell’espresso.
Procaffé SpA è un’azienda storica che ha svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’industria italiana della torrefazione: nasce nel 1919 a Belluno, tra le splendide montagne delle Dolomiti patrimonio Unesco, dove ha tutt’ora sede.
Oggi la proprietà aziendale è della WEDL & Hofmann GmbH, importante gruppo internazionale che opera nel settore alimentare.
Marco Milan
Nato a Venezia nel 1972, vive e lavora tra Bruxelles e l’Italia dove ha fondato, con Nora Zanella, la piattaforma culturale Fondation Dire. Ha abbinato a una formazione tecnica studi umanistici e artistici sia in Italia che all’estero.
Convinto sostenitore della creazione come atto “sociale” e appassionato di geopolitica, divide le sue ricerche fra arte e territorio. Il suo background lavorativo parte dal design attraverso la riflessione sulle relazioni tra prodotto ed incursione artistica.
Negli ultimi anni si è dedicato alla cura autoriale di una serie di libri d’artista patrocinati da Campari e pubblicati da Editalia – Poligrafico Zecca dello Stato, che hanno focalizzato il loro contenuto sui giovani autori contemporanei dell’area mediorientale, oggetto, tra le altre, di alcune installazioni alla Galleria Campari a Sesto San Giovanni, alla Triennale a Milano e all’Istituto Italiano di Cultura di Beirut.
A occasionali collaborazioni con i Padiglioni Turchia e Libano delle passate Biennali d’Arte di Venezia, ha aggiunto la collaborazione con il gruppo editoriale Antiga e l’ideazione e curatela del progetto CONSTRUCTION/DECONSTRUCTION/RECONSTRUCTION, all’interno del quale poter riflettere ed operare sulle realtà urbane e la loro umanizzazione, che ha avuto, tra le altre, una presenza presso il Museums Quartier di Vienna.
Da tre anni si occupa a tempo pieno dello sviluppo della piattaforma Tales-on che ha ideato con il fine di incentivare il dialogo interculturale e la produzione di contenuti in ambito artistico, antropologico e sociale, attraverso la pubblicazione di libri e la creazione di mostre e installazioni permanenti nei diversi continenti.
Aida Muluneh
Nata in Etiopia nel 1974, ha lasciato il Paese da bambina e ha vissuto un’infanzia itinerante tra Yemen, Cipro e Canada. Nel 2000 si è laureata in Comunicazione alla Howard University di Washington DC con una tesi in Cinema.
Ha lavorato come fotoreporter al Washington Post e ha collaborato con molte altre testate. Nel 2004 una sua opera è stata acquisita nella collezione permanente del Smithsonian Institute, National Museum of African Art.
Nel 2007 ha vinto l’European Union Prize ai Rencontres Africaines de la Photographie a Bamako, nel Mali e nel 2010 il CRAF International Award of Photography a Spilimbergo.
È fondatrice e direttrice del primo festival internazionale di fotografia in Etiopia, l’Addis Foto Fest, e ha creato Fana Wogi, open call annuale per supportare artisti contemporanei in Etiopia.
Dal 2006 vive e lavora ad Addis Abeba, dove continua a curare e sviluppare progetti culturali con istituzioni locali e internazionali.