domenica 22 Dicembre 2024
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Dinastie: Mister Carpigiani, Luciano Berti, e lo shopping silenzioso del Gruppo Ali

Ecco i piani dell’acquisto Scotsman, leader macchine ghiaccio

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di Roberta Scagliarini*

Luciano Berti è stato allievo di Norberto Bobbio, prima di entrare in affari. Ora l’imprenditore piemontese controlla Ali, gruppo da 1,4 miliardi. Piemontese, classe 1931, due lauree una in scienze politiche l’altra in sociologia a Stanford, ex allievo di Norberto Bobbio.

 La biografia di Luciano Berti ha poco che fare con quella degli industriali della sua generazione, quelli che hanno creato imperi dal nulla.

Eppure è proprio Berti che, a 81 anni, ha concluso una delle più importanti acquisizioni realizzata in Usa quest’anno. L’imprenditore di Alessandria ha comprato la Scotsman Industries, primo gruppo mondiale delle macchine per produrre il ghiaccio con 300 milioni di fatturato, 800 dipendenti e 5 impianti produttivi negli Usa, in Italia e in Cina.

Prezzo, secondo l’indiscrezione del Wall Street Journal 575 milioni di dollari

Con quest’acquisizione Berti ha aggiunto un’ultima tessera al mosaico delle sue partecipazioni: 113 società e 67 marchi raccolti sotto il cappello della holding Ali Group, leader mondiale nelle attrezzature per la ristorazione collettiva. La notizia dell’acquisizione è passata quasi inosservata, perché in patria Berti è semi-sconosciuto.

Riservatezza 

Cultore della riservatezza totale ha costruito un impero a suon di acquisizioni senza lasciare traccia nulle cronache. Il gruppo Ali ha il suo quartier generale a Cernusco sul Naviglio ma l’orizzonte è globale: ha un fatturato di 1,34 miliardi e settemila dipendenti in 24 paesi del mondo e realizza solo l’8% del suo fatturato dentro i confini nazionali.

Cultura 

Chi ha conosciuto Berti racconta di una persona di grande cultura, con i modi semplici e sobri, un industriale milionario, presidente e ceo del suo gruppo, che continua ad andare in azienda in metrò, nascosto tra la folla. Alieno ai salotti finanziari e politici Berti ha creato il suo gruppo passo dopo passo senza cedere alle diversificazioni.

Banche

 Supportato finanziariamente da Unicredit, Intesa, Bnp Paribas, l’imprenditore piemontese non ha mai pensato di andare in Borsa. Negli ultimi dieci anni il fatturato è raddoppiato e i conti consolidati non hanno mai chiuso in rosso.

Nel 2011 a fronte di ricavi per 1,2 miliardi gli utili sono arrivati a 51 milioni. Un solo figlio 40enne, Filippo, che è entrato in azienda dal basso, facendo la gavetta. «Il gruppo Ali è un’azienda familiare e rimarrà tale anche in futuro— fa sapere l’imprenditore —. Al dottor Berti succederà Filippo Berti che attualmente è il vice president per il Nord America e ha la responsabilità di tutte le aziende americane».

La storia 

Il gruppo nasce nel 1963 con la fondazione di Comenda, impresa specializzata in impianti per il lavaggio professionale di stoviglie e bicchieri.

Ali, acronimo di apparecchiature lavaggio industriale, nasce nel 72 quando inizia la stagione delle acquisizioni.

L’imprenditore si trasferisce negli Usa con la famiglia dove chiude l’acquisizione di Champion Industries, marchio di macchine per il lavaggio professionale con una rete di distribuzione estesa in tutti gli stati dell’unione.

I marchi 

Nell’89 torna in Italia e porta nel gruppo la bolognese Carpigiani, storico marchio delle macchine per le gelaterie, leader mondiale nel suo segmento.

Poi arrivano Lainox, Ambach e Mareno nel settore della cottura, poi si sposta in Canada e rileva Moyer-Diebel (sempre nel lavaggio industriale) e quindi passa al settore delle attrezzature per la distribuzione dei pasti nelle grandi strutture (ospedali, aeroporti, musei), rileva la francese Burlodge e la Stierlen.

Dossier Saeco 

Il core business di Ali si allarga fino a comprendere tutti gli impianti e le attrezzature per la ristorazione professionale. Il nome di Berti spunta nei dossier Saeco e Faema.

Ma lui li scarta. Compra marchi della refrigerazione (Hiber) e poi della panetteria (Afe Group e la scandinava Hackman-Metos). Apre il mercato australiano con l’acquisizione di Moffat e Washtec.

L’ultima barriera a cadere è quella cinese. Dove Ali inizia ad espandersi da 2006 con i marchi Carpigiani e Williams. «La strategia del gruppo sarà sempre più focalizzata sulla crescita a livelli internazionale. In particolare verso la Cina e gli altri paesi asiatici — si legge nell’ultimo bilancio. Al momento sono in corso iniziative di sviluppo che si concretizzeranno quest’anno».

 

*L’articolo di Roberta Scagliarini è uscito sul numero di lunedì del CorrierEconomia

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