MILANO – La caffeina aiuta a dimagrire, per lo meno i topi obesi. Questo è quanto hanno scoperto di ricercatori cinesi dell’Università Huazhong di Wuha. Su Nature Communication hanno pubblicato lo studio intitolato “Caffeine inhibits hypothalamic A1R to excite oxytocin neuron and ameliorate dietary obesity in mice”.. Una ricerca che spiega come caffeina ed ossitocina siano connesse tra loro quando si tratta di dimagrimento e obesità.
Caffeina per perdere peso
Caffeina e fisico in linea sembrano sposarsi bene. Ma non è più solo una leggenda.
In passato già altri studi avevano dimostrato la capacità ‘dimagrante’ della caffeina. Ma ancora non si era capito come ci riuscisse, secondo quali meccanismi.
Per avere maggiori dettagli, i ricercatori hanno studiato l’attività dei recettori dell’adenosina, una molecola importante per la costituzione del Dna, che vengono bloccati proprio dalla caffeina.
Nell’ipotalamo
Osservando da vicino i recettori, i ricercatori hanno notato nell’ipotalamo, l’area del cervello che regola l’equilibrio energetico dei mammiferi, alcuni loro segnali anomali. Questi, spiegano, dando caffeina ai topi obesi, portavano questi ultimi a mangiare meno e perdere peso. Consumando anche più energia perché si attivavano fisicamente, il tutto nel giro di due sole settimane.
Inoltre le stesse cellule adipose risultavano più piccole, mentre era migliorata la tolleranza al glucosio.
Un ruolo di mediatore
Secondo i ricercatori, la caffeina agisce da mediatore che da un lato regola i recettori dell’adenosina e dall’altro stimola il circuito di neuroni che rilasciano l’ossitocina, l’ormone che invece modula, tra le altre cose, l’energia del metabolismo.
Quanto caffè dobbiamo bere?
Tralasciando il fatto che per ora lo studio è stato effettuato unicamente sui topi e che quindi non è detto che abbia validità anche sull’essere umano, vanno anche considerate le dosi somministrate agli animali.
Stiamo parlando di 24-36 tazzine. Se provassimo a berle di certo non ci farebbero bene alla salute. A quel punto, dimagrire potrebbe essere l’ultimo dei nostri pensieri.
In ogni caso, come ogni studio, si tratta di fasi preliminari, ulteriori analisi sono necessari per capire qualcosa di più.