MILANO – Le demenze che spesso emergono con l’avanzare dell’età sono un rischio che può esser marginato con un’attività di prevenzione, anche attraverso la scelta di una determinata alimentazione e di un corretto stile di vita. Un ultimo studio scientifico ha evidenziato come possano esser alleati contro lo sviluppo di questa patologia, insieme all’ictus celebrale, il caffè e il tè. Leggiamo quali sono i motivi riscontrati dalla scienza, da nutrition-foundation.it.
Demenze, ictus: la cura del cervello passa anche da caffè e tè
L’identificazione dei potenziali fattori di rischio per le demenze, la cui incidenza aumenta di pari passo con l’invecchiamento della popolazione a livello globale, e per l’ictus cerebrale, rappresenta un importante obiettivo per contrastare queste patologie, altamente invalidanti, con un forte impatto sociale ed economico, e molto diffuse nel nostro Paese: secondo l’ISTAT, infatti, più del 4 % della popolazione anziana era affetta da demenze nel 2019 in Italia, dove le malattie cerebrovascolari rappresentano la seconda causa di morte.
Il ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita nel mantenimento della funzione cerebrale e della capacità cognitiva lungo tutto il corso della vita continua quindi ad essere al centro dell’attenzione di clinici e ricercatori. In particolare, l’associazione che emerge da studi di carattere epidemiologico tra l’assunzione moderata di caffè e tè (tra le bevande più consumate al mondo) e il rischio di sviluppare specifiche patologie cerebrali, e in particolare del rischio di ictus e declino cognitivo grave, è piuttosto controversa.
A supporto di tale associazione arrivano i risultati dell’analisi dei dati relativi a oltre 365.000 soggetti, di età compresa tra i 50 e i 74 anni, afferenti alla UK Biobank
Nel corso degli 11 anni di follow-up il rischio di ictus e demenza era ridotto del 32 e del 28% tra coloro che avevano riferito all’inizio dello studio di bere tra le 2 e le 3 tazze rispettivamente di caffè o di tè al giorno in confronto a chi non ne consumava affatto. Più nello specifico, bere caffè, da solo o in combinazione con il tè, si associava a un minore rischio di ictus ischemico (ma non emorragico) e di demenza su base vascolare (ma non della tipica demenza di Alzheimer).
La combinazione delle due bevande è risultata correlata ad una maggiore riduzione del rischio di sviluppare demenze rispetto al consumo di tè o caffè singolarmente
Dalle analisi della correlazione dose-risposta è emerso che la probabilità di andare incontro a un ictus o di demenze era più bassa del 30% per consumi compresi tra le 2 e le 3 tazze di caffè in associazione con 2-3 tazze di tè al giorno. Il rischio era invece maggiore sia tra chi non assumeva queste bevande, e sia tra chi ne dichiarava un consumo eccessivamente elevato.
Va sottolineato che gli incoraggianti risultati ottenuti possono essere almeno in parte spiegati dal buon contenuto di polifenoli e altre sostanze bioattive dalle comprovate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie che caratterizza queste bevande. Le variazioni rilevate per i consumi moderati, per quanto modeste, possono avere un impatto notevole in termini di salute pubblica, dal momento che una grande parte della popolazione assume abitualmente caffè e/o tè e tende a mantenere l’abitudine nel tempo. La natura osservazionale dello studio, tuttavia, come del resto precisano gli autori nelle conclusioni, non consente di dimostrare un possibile nesso di causalità tra il consumo di caffè e tè e la riduzione del rischio di ictus, demenza o di demenze post-ictus.
Consumption of coffee and tea and risk of developing stroke, dementia, and poststroke dementia: A cohort study in the UK Biobank Z Zhang Y, Yang H, Li S, Li WD, Wang Y.
PLoS Med. 2021 Nov 16;18(11):e1003830. doi: 10.1371/journal.pmed.1003830.
BACKGROUND: Previous studies have revealed the involvement of coffee and tea in the development of stroke and dementia. However, little is known about the association between the combination of coffee and tea and the risk of stroke, dementia, and poststroke dementia. Therefore, we aimed to investigate the associations of coffee and tea separately and in combination with the risk of developing stroke and dementia.
METHODS AND FINDINGS: This prospective cohort study included 365,682 participants (50 to 74 years old) from the UK Biobank. Participants joined the study from 2006 to 2010 and were followed up until 2020. We used Cox proportional hazards models to estimate the associations between coffee/tea consumption and incident stroke and dementia, adjusting for sex, age, ethnicity, qualification, income, body mass index (BMI), physical activity, alcohol status, smoking status, diet pattern, consumption of sugar-sweetened beverages, high-density lipoprotein (HDL), low-density lipoprotein (LDL), history of cancer, history of diabetes, history of cardiovascular arterial disease (CAD), and hypertension. Coffee and tea consumption was assessed at baseline. During a median follow-up of 11.4 years for new onset disease, 5,079 participants developed dementia, and 10,053 participants developed stroke. The associations of coffee and tea with stroke and dementia were nonlinear (P for nonlinear <0.01), and coffee intake of 2 to 3 cups/d or tea intake of 3 to 5 cups/d or their combination intake of 4 to 6 cups/d were linked with the lowest hazard ratio (HR) of incident stroke and dementia. Compared with those who did not drink tea and coffee, drinking 2 to 3 cups of coffee and 2 to 3 cups of tea per day was associated with a 32% (HR 0.68, 95% CI, 0.59 to 0.79; P < 0.001) lower risk of stroke and a 28% (HR, 0.72, 95% CI, 0.59 to 0.89; P = 0.002) lower risk of dementia. Moreover, the combination of coffee and tea consumption was associated with lower risk of ischemic stroke and vascular dementia. Additionally, the combination of tea and coffee was associated with a lower risk of poststroke dementia, with the lowest risk of incident poststroke dementia at a daily consumption level of 3 to 6 cups of coffee and tea (HR, 0.52, 95% CI, 0.32 to 0.83; P = 0.007). The main limitations were that coffee and tea intake was self-reported at baseline and may not reflect long-term consumption patterns, unmeasured confounders in observational studies may result in biased effect estimates, and UK Biobank participants are not representative of the whole United Kingdom population.
CONCLUSIONS: We found that drinking coffee and tea separately or in combination were associated with lower risk of stroke and dementia. Intake of coffee alone or in combination with tea was associated with lower risk of poststroke dementia.