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venerdì 22 Novembre 2024
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Anche il Caffè Florian all’asta dal Demanio, con altre 8 attività storiche di Venezia

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VENEZIA – La crisi continua a colpire tutte le attività commerciali, senza fare distinzione tra le nuove aperture e quelle storiche. A Venezia molti dei punti di riferimento dei turistici per la loro lunga storia, sono entrati nel mirino del Demanio. Tra questi, anche il Caffè Florian, che rischia di dover traslocare dalla sua celebre location, piazza San Marco. Da Il Corriere, riportiamo l’articolo di Elisa Lorenzini e Camilla Gargioni.

Caffè Florian ha affidato la questione ai legali

Per capire quali pericoli effettivi ci siano di vedersi scippare un pezzo del locale, un simbolo di piazza San Marco, il caffè più antico al mondo aperto nel 1720. La gioielleria Nardi, fondata negli anni Venti del secolo scorso, attende con il fiato sospeso di conoscere chi sia lo sfidante con il rischio di vedersi scippare una porzione del negozio.

Invece la prima a fare i conti con la nuova tipologia di gara è stata la Bottega dell’Arte

E’ infatti già arrivata una manifestazione di interesse a subentrare nell’attività e anche loro sono in attesa. «Non mi resta che attendere», dice sconsolato il proprietario Rolando Zorzi.  Sono otto in tutto le attività di piazza San Marco che rischiano di vedersi scippare i locali dove sono in affitto anche da un secolo. Tutta colpa della nuova normativa applicata dal Demanio per rinnovare le concessioni dei locali in affitto.

Gli otto negozi

In tutta la piazza lo Stato ha 22 spazi divisi tra otto negozi. Prima esisteva il diritto di prelazione; poi nel nome della concorrenza e del libero mercato è entrato in vigore il dpr 296 del 2005, che prescrive che gli spazi dati in affitto dall’Agenzia del Demanio vadano a gara ogni sei anni senza diritto di prelazione.

Se finora a scadenza di contratto l’avviso degli spazi da locare era pubblicato solo a livello cartaceo sugli albi delle agenzie regionali e dunque con limitata pubblicità, da ora la pubblicazione avviene sul web. Così tutto il mondo può farsi avanti.

La manifestazione d’interesse

Basta presentare una manifestazione di interesse, poi si va a gara con asta a busta chiusa. E il rischio per gli antichi inquilini di vedersi scippato il posto nel caso in cui qualcuno presenti un’offerta più appetibile. Il fatto è che i locatari dei negozi demaniali sono per lo più attività di pregio e attività storiche.

Ed è per questo, per salvare le attività di pregio, che oggi Associazione Piazza San Marco, Comune e il gruppo Liga Veneta Lega Nord del Consiglio Regionale del Veneto presenteranno un pacchetto di proposte.

Oltre alla gioielleria Nardi, famosa per aver vestito con i suoi preziosi personaggi del calibro di Grace Kelly, LIz Taylor, la principessa Paola di Liegi e per aver creato il famoso Moretto con turbante ingemmato, ci sarebbero anche l’insegna Lonchamp. Oltre che due negozi di vetri, la fondazione Bevilaqua la Masa. E l’ex ufficio turistico all’Ascensione.

Il Gran Caffè Chioggia

Il guaio tocca anche il Gran caffè Chioggia. Per la maggior parte è di proprietà, ma uno spazio al primo piano è demaniale: Del resto di proprietà statale è il 90 per cento del Palazzo Reale.

Al Florian si stanno già muovendo in vista del bando che arriverà nel 2021. Ma essendo il caffè un bene vincolato sarà difficile che qualcuno si faccia avanti per averne la metà.

Ogni anno il Demanio incassa 1,450 milioni di euro dagli affitti

Una media di 5.500 euro al mese a fondo. Non sono affitti regalati ma per uno spazio in piazza è un ottimo prezzo: sul mercato le cifre sono più alte. Ad esempio la base d’asta per i 33 metri quadrati della Bottega dell’Arte. Un po’ defilata rispetto ai grandi flussi, era di 46 mila euro annui. Quindi molto inferiori rispetto alla richiesta di 50 mila euro al mese che hanno convinto l’imprenditore Lino Cazzavillan a lasciare il piccolo bar che gestiva sotto alle procuratie vecchie.

Il caro affitti

Sono proprio questi prezzi abbordabili che consentono ai negozi di pregio, attività che hanno fatto la storia della città, di restare in attività impreziosendo piazza San Marco con le loro vetrine. Negli ultimi anni il caro affitti ha espulso diverse attività storiche. Lasciando per la prima volta fare il loro ingresso negozi di paccottiglia low cost con un danno per l’immagine della piazza.

Con un orizzonte temporale di una concessione a sei anni, spiegano i commercianti, non si possono fare investimenti

E diventa difficile addirittura fare un piccolo restauro dato che essendo i fondi sottoposti a vincolo paesaggistico hanno bisogno dei permessi della soprintendenza. Il rischio è di vedere una nuova virata verso negozi di paccottiglia. Odi lasciare spazio all’ingresso di marchi del lusso internazionale a scapito delle attività che hanno fatto la storia del luogo. I commercianti chiedono che nel rinnovo delle concessioni siano considerati il tipo di attività che verrà aperta e la qualità della merce venduta.

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