NEW YORK – La voglia di potersi preparare un caffè di qualità a casa ha generato una corsa alle macchine domestiche, generando un mercato rialzista decennale per le società’ come Nespresso (gruppo Nestlè) e De Longhi, in un mercato dove presto si affaccerà anche Lavazza con la macchina realizzata in collaborazione con Gmcr, Green Mountain Coffee Roaster, società della quale la multinazionale torinese detiene una quota azionaria del 7%.
La crescente domanda per il consumo di capuccini, macchiati e altre bevande a base di caffeina, ha reso miliardario l’imprenditore Giuseppe De’Longhi (nella fotografia a fianco), fondatore e presidente di De’Longhi.
I prezzi dei titoli del gruppo trevigiano, il terzo al mondo nella produzione di macchine per il caffé, hanno registrato un progresso del 250% dalla fine del 2007. Il valore di mercato del gruppo è ora di almeno 2 miliardi di dollari, secondo l’indice Bloomberg Billionaires.
Il padre di De’Longhi detiene il 67% dell’azienda, ma non è mai apparso nelle classifiche dei ricconi del pianeta stilate da Forbes e simili.
Il fatturato generato dalle macchinette per il caffé domestiche ha registrato un aumento a quota $6 miliardi e 700 milioni nel 2012. Per un rialzo del 47% rispetto al 2007, stando alle cifre pubblicate da Euromonitor International.
“Bere del buon caffé è diventata una scelta di vita”, ha raccontato all’agenzia di stampa statunitense Bloomberg David Veal. Veal è executive director per l’Associazione europea “Speciality Coffee”, un gruppo specializzato negli scambi commerciali con sede a Essex, in Inghilterra. “La gente che apprezza un buona tazza di caffé vuole l’opportunità di farlo anche a casa”.
E all’orizzonte c’è anche Lavazza
Ed è a quel punto, che entrano in gioco aziende come De Longhi e Nespresso. E molto presto anche Lavazza. Senza scordare che anche Illy vende da anni le sue macchine a capsule.