domenica 22 Dicembre 2024
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Il caffè, anche quello decaffeinato, aiuta a rallentare il cancro al colon

Un nuovo studio pubblicato su Jama Oncology: “Il consumo della bevanda aumenta significativamente l’aspettativa di vita dei pazienti con carcinoma avanzato o metastatico, riducendo il rischio di progressione della malattia e di morte”

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MILANO – Chi ama tanto bere il caffè al punto da non poterne fare a meno durante la giornata, sarà contento di avere l’ennesima conferma dalla scienza per quanto riguarda gli effetti benefici della bevanda: rispettando sempre le giuste dosi giornaliere, la classica tazzina ma anche il decaffeinato, proteggono dal cancro al colon e non solo: aiuta a rallentare la progressione della malattia per chi già ne soffre. Leggiamo la notizia da scienze.fanpage.it.

Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Jama Oncology rivela un ambito finora esplorato solo marginalmente: precedenti ricerche hanno infatti già suggerito che il consumo di caffè può ridurre il rischio di tumore al colon ma un’indicazione importante arriva ora dall’analisi dei suoi effetti sui pazienti con carcinoma del colon retto avanzato o metastatico, nei quali la bevanda ha dimostrato di poter ridurre la progressione della malattia.

Decaffeinato e non, il caffè riduce i rischi del cancro del colon

Il nuovo studio ha coinvolto i ricercatori di alcuni dei principali dipartimenti di oncologia medica e centri di eccellenza degli Stati Uniti, tra cui il Dana-Farber Cancer Institute e Harvard Medical School di Boston, la Medical School della Duke University di Durham, la Keck School of Medicine di Los Angeles, il Yale Cancer Center e Smilow Cancer Hospital di New Haven e il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York: gli studiosi hanno valutato la relazione tra il consumo di caffe (decaffeinato e non) e la sopravvivenza globale (OS) e libera da progressione della malattia (PFS) in una coorte di 1171 pazienti (59% uomini, età media 59 anni), osservando che all’aumento dell’assunzione di caffè era associato un aumento significativo dell’aspettativa di vita.

In particolare, rispetto ai pazienti che non bevevano caffè, coloro che consumavano almeno una tazza al giorno hanno avuto un aumento dell’11% del tasso di sopravvivenza globale e del 5% della sopravvivenza libera da progressione della malattia. Risultati segnatamente migliori sono stati osservati nei pazienti che consumavano quattro o più tazze di caffè al giorno, per i quali l’aumento del tasso sopravvivenza globale ha raggiunto il 36%, con un miglioramento del 22% della sopravvivenza libera da malattia. Associazioni significative sono state rilevate sia in relazione al consumo di caffè con caffeina sia per quanto riguarda quello decaffeinato.

I ricercatori non hanno però fornito una spiegazione dei meccanismi biologici sottostanti

Ovvero su quali ragioni si basano i loro risultati. Oltre alla caffeina, nel caffè sono infatti contenute diverse decine di altre sostanze con effetti antiossidanti, antinfiammatori e azione insulina-sensibilizzante che possono contribuire all’attività antitumorale. Il loro potenziale ruolo benefico sull’organismo è però ancora oggetto di studio. “Diverse ricerche epidemiologiche – dicono gli esperti – hanno identificato associazioni tra l’aumento del consumo di caffè e diminuzione delle recidive e mortalità nei pazienti con cancro al colon retto, tuttavia l’associazione tra consumo di caffè e sopravvivenza in questi pazienti è sconosciuta. Pertanto sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire i motivi di questa associazione”.

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