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sabato 02 Novembre 2024
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De’ Longhi: utile netto a 167,4 milioni, tirano le macchine per l’espresso

Sostanzialmente stabili i ricavi rispetto al 2015 a livello organico, il 2016 rappresenta un anno di transizione in vista dell’accelerazione prevista nel 2017.

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TREVISO – Il consiglio di amministrazione della De’ Longhi ha approvato giovedì i risultati consolidati al 31 dicembre 2016, che vedono ricavi a 1,84 miliardi (-2,4% rispetto al 2015, -0,2% a cambi costanti).

Crescono del 12% l’utile netto a 167,4 milioni e l’Ebitda (margine operativo lordo) ante oneri non ricorrenti a 295,4 milioni.

E visto il buon andamento, il cda ha deciso di proporre il raddoppio del dividendo a 0,80 euro per azione (0,44 nel 2015).

«Il gruppo nel 2016 ha efficacemente contrastato la volatilità dei mercati e dei tassi di cambio, confermandosi in grado di migliorare la profittabilità e generare flussi di cassa anche in condizioni esterne talvolta sfavorevoli», ha commentato l’ad Fabio de’ Longhi, «La forza dei nostri brand e la nostra capacità di innovare ci fanno guardare con ottimismo al 2017, per il quale confermiamo un obiettivo di crescita organica dei ricavi e un aumento dell’Ebitda in valore assoluto, nonostante il maggiore impegno in termini di ricerca, marketing e investimenti industriali».

Per il 2017 il focus della società trevigiana resta orientato alla crescita organica ma anche alla ricerca attiva di opportunità di crescita per linee esterne (leggasi acquisizioni).

La posizione finanziaria netta è infatti positiva per 307,6 milioni, in miglioramento di 118,8 milioni rispetto a fine 2015. Il mercato dei piccoli elettrodomestici è stato caratterizzato, nel 2016, da un andamento marcatamente divergente tra aree geografiche e linee di prodotto.

Da un lato, l’area Asia-Pacific-Americas, i principali mercati dell’Europa Continentale e Orientale, le macchine per il caffè espresso e i prodotti a marchio Braun hanno registrato tassi di crescita positivi, in alcuni casi a doppia cifra.

Dall’altro, l’area Middle-East-India-Africa, la Russia, il Regno Unito e alcune categorie della food preparation sono risultati in flessione.

Nel corso del 2016 il gruppo ha deciso di razionalizzare il portafoglio prodotti, eliminando alcune linee meno profittevoli, e di rivedere l’organizzazione commerciale in mercati quali la Turchia e i paesi scandinavi.

Questo ha avuto un temporaneo riflesso negativo sui volumi di vendita, ma «pongono le basi per un più solido percorso futuro di crescita».

Cresce infine l’andamento in Borsa, in tre mesi la società ha guadagnato oltre il 18% (ieri ha chiuso a 24,96 euro, +0,69%).

Nicola Brillo

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