MIGNAGOLA (Treviso) – Una rivoluzione tecnologica ha visto come protagonista lo stabilimento a Mignagola in provincia di Treviso De’ Longhi per far evolvere il processo di produzione: l’obiettivo è quello di entrare nel gruppo ristretto del Global Lighthouse Network che comprende gli impianti innovativi e 4.0. Un percorso davvero ambizioso, che però non ferma certo l’azienda veneta a voler esser il primo e solo a riuscirci in Italia. Leggiamo i dettagli dell’operazione dall’articolo di Luca Orlando su ilsole24ore.com.
De’ Longhi si evolve tecnologicamente
Il lotto minimo gestibile si riduce del 92%. Mentre il tempo che trascorre tra recepimento dell’ordine e l’avvio della produzione cala di oltre 80 punti. Sono alcuni dei parametri che valgono al sito De’ Longhi di Mignagola (Treviso) l’inserimento nell’élite mondiali in termini di efficienza produttiva. Quel Global Lighthouse Network stilato dal World Economic Forum che raggruppa impianti e catene del valore considerati all’avanguardia in termini di adozione e integrazione delle nuove tecnologie. in particolare quelle legate al mondo 4.0.
Un sentiero stretto, tenendo conto che nell’ultima tornata di “nomine” (24, di cui tre legate ai temi della sostenibilità ) sono stati solo tre gli impianti europei promossi, con la struttura veneta di De’ Longhi a rappresentare l’unico successo italiano.
La nomina all’interno del Network (ad oggi 90 società in tutto il mondo) avviene al termine di un processo di selezione condotto da un panel di esperti indipendenti. Che nel caso di De’ Longhi hanno registrato in particolare l’investimento in soluzioni digitali, tecnologiche e analytics, azioni che hanno consentito il raggiungendo di importanti obiettivi in termini di efficienza e crescita della competitività.
Gli investimenti
Nel 2017, il Gruppo De’ Longhi ha deciso di investire in Industria 4.0 adottando soluzioni digitali in grado di aumentare la competitività e raggiungere standard qualitativi più elevati. Lavorando a stretto contatto con i principali player del settore IT è in stata in grado di trasformare il suo principale sito produttivo in Italia in uno stabilimento innovativo, con un rapido ritorno degli investimenti ed un rilevante impatto sia in termini di qualità che di agilità. Tecnologie che si sposano con la sostenibilità.
L’azienda, ad esempio, ha smesso di utilizzare chicchi di caffè per testare le macchine in fase di assemblaggio, sfruttando piuttosto intelligenza artificiale e tecnologia laser per verificarne il corretto funzionamento: il risparmio vale 100 tonnellate di prodotto all’anno.
Il Gruppo, tra i maggiori player globali nel settore del piccolo elettrodomestico dedicato al mondo del caffè, della cucina, della climatizzazione e della cura della casa, conta oltre 9000 addetti e lo scorso anno ha sviluppato ricavi per 2,3 miliardi di euro. In crescita del 12%, per effetto anche della rinnovata spinta ai consumi domestici (le macchine del caffè sono cresciute a doppia cifra) indotta da lockdown e diffusione dello smart working.