MILANO – Il consiglio di amministrazione della De’Longhi ha approvato i risultati del primo trimestre 2016. I ricavi si attestano a 360,3 milioni, in calo del 2,2%, -0,6% a cambi costanti; l’Ebitda è in crescita a 51,5 milioni di euro (+8,9%).
L’utile netto è pari a 24,8 milioni, in crescita del 42,8% rispetto all’anno precedente. La posizione finanziaria netta è attiva per 190,4 milioni, quella relativa a banche e altri finanziatori è attiva per 230,6 milioni.
Un trimestre che chiude nel segno della prudenza, dopo che il 14 aprile l’assemblea degli azionisti aveva approvato un bilancio 2015 positivo, con ricavi cresciuti del 9,5% (1 miliardo 891,1 milioni), un dividendo di 44 centesimi per azione e l’adozione di un piano di 2 milioni di stock option riservato all’amministratore delegato e ad un ristretto numero di dirigenti e risorse chiave del gruppo.
Corre il caffè, in crisi la cucina
A trainare le vendite del Gruppo De’Longhi è il comparto delle macchine per il caffè espresso, unito ai frullatori e ai ferri da stiro del marchio Braun. Anche il settore del riscaldamento portatile è cresciuto, con percentuali a due cifre. In calo invece le principali categorie dei prodotti da cucine, in testa le kitchen machine di Kenwood, «sia a causa di una più aggressiva competizione sia per la debole domanda in quei mercati più importanti per questa categoria (si pensi alla Russia e all’area Meia – Medio Oriente, India e Africa)» recita la nota diffusa dal gruppo di Treviso.
Russia e Emirati Arabi Uniti sono i mercati che, per motivazioni in parte geopolitiche, mostrano di più la corda. Ma anche il Regno Unito ha visto la perdita di commesse importanti, e i segnali della Svizzera non sono stati buoni. Altre zone come l’Italia e l’area Asia-Pacific-Americas crescono, quest’ultima dell’8% se si esclude la negativa performance del Brasile. Qui si sono fatte sentire le mancate vendite di condizionatori portatili, mentre in Turchia ha pesato il cambio di organizzazione commerciale, con il passaggio da una filiale propria all’affidamento a un distributore terzo. Pesa anche la concorrenza, in particolare il lancio della macchina Nespresso Lattissima Touch avvenuto nel primo trimestre del 2015.
Positivo il dato degli oneri finanziari netti, che hanno subito una drastica riduzione: da 10,9 milioni di euro sono passati a 6,6 milioni, grazie a minori interessi bancari e minori oneri su cambi. La posizione finanziaria netta è positiva per 190,4 milioni, inclusiva di una posizione “bancaria” positiva per 230,6 milioni e di altre componenti non bancarie negative per 40,2 milioni. Rispetto al primo trimestre 2015, la posizione bancaria è migliorata di 87,4 milioni di euro, mentre le poste non bancarie (tra cui il fair-value dei derivati e l’earn-out di Braun) hanno subito una variazione negativa di 47,1 milioni, dovuta soprattutto alla voce di fair-value derivati.