domenica 22 Dicembre 2024
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De’ Longhi, illycaffè e Domori: le aziende cercano nuove idee per innovarsi

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MILANO – Il made in Italy ha bisogno di idee, di nuova linfa per guardare ai prossimi 10 anni e oltre. Per farlo si deve mettere in gioco, confrontandosi con realtà e approcci totalmente differenti. E le aziende si muovono a cominciare da De’ Longhi, illycaffè e Domori.

Una cornice perfetta per pensare e sperimentare nuove proposte è stata offerta dall’Italia Innovation Program, quarta edizione della full-immersion di quattro settimane (dal 19 giugno al 17 luglio) nel mondo dell’innovazione.

Un’occasione di confronto e di incontro tra grandi aziende italiane e una selezione delle migliori eccellenze tra le Università internazionali come Harvard e Stanford.

In tutto 75 talenti imprenditoriali (tra giovani studenti e persone già con importanti esperienze lavorative alle spalle), provenienti da Stati Uniti e Italia, ma anche da Cile, Lituania e Panama.

Hanno background differenti, dall’ingegneria alla psicologia comportamentale fino al design. Insieme hanno accolto le sfide delle aziende, rispondendo con progetti innovativi e portando punti di vista completamente differenti rispetto a quelli a cui sono abituati manager e dirigenti.

“Se vuoi fare la nuova Facebook fai bene a rimanere nella Silicon Valley, ma se vuoi fare la prossima Giorgio Armani probabilmente l’Italia può offrire qualcosa”, queste le parole di Marco Mari, cofondatore insieme a Carlotta Borruto di Innovation Foundries, la realtà internazionale che ha sostenuto l’evento.

Siamo stati alla giornata finale del programma educativo, quello in cui gli studenti presentano i loro progetti alle aziende. Parliamo di nomi quali Autogrill, Zegna, Santa Margherita, Barilla, Davines, Tecnica Group, illycaffè, Domori, Woolrich, Palazzo Grassi e De’Longhi. Il tutto si è svolto in Fabrica (FOTO), il centro di ricerca sulla comunicazione fondato nel 1994 da un’idea di Luciano Benetton.

La fame di idee delle grandi aziende come De’ Longhi

I partecipanti al programma all’inizio del mese sono stati divisi in gruppi, ognuno con l’obiettivo di misurarsi con le sfide poste da ogni azienda.

C’era chi doveva lavorare a una nuova visual social media strategy per Barilla. Chi doveva pensare a un progetto di coinvolgimento delle aziende all’interno di Palazzo Grassi a Venezia. Chi infine doveva pianificare l’espansione di illycaffè negli Stati Uniti. Grazie al design di una nuova macchina per il caffè o di uno spazio pubblico in cui consumarlo.

Durante le quattro settimane hanno ricevuto consigli e mentorship da insegnanti internazionali come Jake Knapp, ex Google ventures famoso per il libro Sprint, William Burnett della Stanford University, John Bruce della Parsons School of Design e molti altri. Non solo lezioni frontali, ma anche lavoro sul campo. E interazione con i manager più importanti delle aziende italiane coinvolte.

Il tutto si è concluso con la presentazione dei progetti. E successivamente il confronto face to face tra i gruppi e i responsabili delle aziende tra le quali De’Longhi, illycaffè e Domori.

Di certo alcune idee sono azzardate e la maggior parte non arriveranno mai allo stadio finale. Ma sono utilissime alle imprese per comprendere questo nuovo mondo e uscire dai propri schemi e routine.

Da qui la duplice funzione del programma. Che ha coinvolto anche il costruttore di macchine per caffè automatiche e superautomatiche De’Longhi. Un’importante esperienza formativa per gli studenti interessati al nostro tessuto produttivo. E un’infusione di energia nuova per le aziende.

Candido Romano

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