MILANO – Con la pandemia molte cose sono cambiate, complicando parecchio il mercato a livello internazionale: la questione dei dazi che regolano gli scambi tra Italia e Stati Uniti, rappresenta bene la complessità del contesto mondiale. Una vera sfida da vincere per il made in Italy, che in questo periodo non gode più della stessa reputazione pre-Covid. Che ora si trova danvanti un nuovo, ingente ostacolo. Vediamo di che cosa si tratta.
Dazi Usa-Italia fino al 100%: uno scambio ostacolato
Duro colpo per l’Italia. Anche il vino è stato incluso nella lista definitiva dei prodotti e dei Paesi Europei soggetti ai nuovi dazi del presidente Trump. Interessati i 2/3 del valore dell’export agroalimentare che si estende tra l’altro vino, olio e pasta made in Italy oltre ad alcuni tipi di biscotti e caffè esportati negli Stati Uniti per un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro. La tassa sarà pari al 50% del valore. Ma secondo alcune fonti d’oltreoceano la tassa potrebbe anche arrivare al 100 per cento. Raddoppiando i prezzi dei nostri prodotti.
Nel sottolineare l’avvenuta ufficializzazione sul sito del dipartimento del commercio statunitense (Ustr) dell’inizio il 26 giugno della procedura pubblica di consultazione per la revisione delle tariffe da applicare e della lista di prodotti europei colpiti da dazi addizionali a seguito della disputa sugli aiuti al settore aereonautico.
Nell’ambito del sostegno Ue ad Airbus gli Usa sono stati autorizzati ad applicare sanzioni all’Unione Europea per un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari dal Wto, che dovrebbe però a breve esprimersi sulla disputa parallela per i finanziamenti Usa a Boeing la quale darebbe a Bruxelles margini per proporre contromisure.