domenica 22 Dicembre 2024
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Parla Daria Illy: «Nonno Ernesto mi disse: adesso sei pronta per l’azienda»

Ai vertici di Illycaffè, si fa largo la quarta generazione: tutti i giovani coinvolti nella staffetta. A Daria oltre al posto in consiglio di amministrazione è stata conferita la nuda proprietà dell'intero 23,10% della holding posseduta dal padre Riccardo

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TRIESTE – Largo ai giovani sulla tolda di comando di illycaffè. Tre giorni prima di Natale i fratelli Riccardo e Francesco Illy si sono dimessi dal consiglio di amministrazione per cedere il posto, rispettivamente, a Daria Illy, 39 anni, (FOTO sopra) figlia di Riccardo; e a Licerio Degrassi, ex direttore finanziario della holding di famiglia, e che manterrà un ruolo da traghettatore per agevolare l’ingresso della quarta generazione in azienda.

Perché il passaggio di consegne è parte di una staffetta generazionale che coinvolgerà a vari livelli tutti i rappresentanti della dinasty Illy.

Il gruppo triestino, fondato nel 1933, è controllato dai quattro fratelli, Riccardo, Andrea, Francesco e Anna, e dalla madre Anna Rossi che ne detengono le quote azionarie.

Ma i ragazzi della linea verde, la quarta generazione, cominciano a essere pronti per spiccare il volo: su nove cugini, sette sono ormai maggiorenni.

A gennaio verranno chiamati a prendere parte alla revisione dei patti di famiglia, una vera e propria costituzione aziendale, che fissa regole e paletti per partecipare alla vita d’impresa.

La carta di Illy è un documento che viene rivisto ogni 10 anni con la consulenza dello studio The European House Ambrosetti e dell’avvocato Mario Cannata.

Un patto di famiglia che negli scorsi anni è stato citato a modello dai columnist del Financial Times.

Riccardo e Francesco hanno scelto di portarsi avanti con il lavoro lasciando liberi, alla vigilia di Natale, i rispettivi posti in consiglio di amministrazione.

Per Riccardo Illy non si tratta certo di un addio all’impresa di famiglia: rimane presidente della holding del gruppo Illy e presidente del cioccolato Domori. «Anche se non escludo di lasciare anche la carica in Domori quando i tempi saranno maturi», ovvero quando la società raggiungerà l’utile, l’unica delle controllate ancora in fase di rodaggio dell’impero del gusto Illy, 480 milioni di euro di ricavi che spaziano dall’espresso di Illycaffé al tè di Damman Freres, alle confetture Agrimontana.

E poi c’è il vino di cui continuerà a occuparsi Francesco Illy, nelle tenute di Montalcino.

L’ingresso di Daria Illy, che sarà la più giovane del cda di IllyCaffé, arriva dopo una gavetta fatta dentro e fuori l’azienda.

Dopo gli studi in scienze motorie e poi in scienze della nutrizione, lauree conseguite all’Università di Urbino, Daria Illy sembrava voler percorrere strade lontane da quelle del caffè fondando una delle prime società in Italia di personal training e poi diventando professore associato in scienze della produzione all’Università di Trieste.

Ricorda Daria il suo battesimo con la tazzina: «Sono entrata in azienda grazie a mio nonno, che mi disse: “Hai studiato come funzionano la chimica, le vendite e le scienze dell’alimentazione, in azienda potrai mettere in campo tutto quello che hai fatto in questi anni”. Ho accettato ed è una sfida che dura da quasi 10 anni».

La figlia di Riccardo lavora in azienda occupandosi di sviluppo dei prodotti porzionati e del commerciale estero. Ora la aspetta il salto di qualità, sulla tolda di comando, in quella sala dei bottoni in cui, dice Riccardo Illy un po’ scherzando e un po’ no, «si prendono le decisioni anche per le generazioni future».

Si dice che la prima generazione crea l’impresa, la seconda la costruisce e la terza la distrugge.

«Ora che apriamo le porte alla quarta – afferma Riccardo Illy – possiamo dire che abbiamo fatto il giro di boa e messo in sicurezza la continuità aziendale».

Resta una bella responsabilità per i giovani che raccolgono l’eredità di una terza generazione che ha sviluppato Illycaffè a livello internazionale facendo nascere un polo del gusto di qualità.

A Daria Illy inoltre è stata conferita la nuda proprietà dell’intero 23,10% della holding posseduta da Riccardo.

«Una bella responsabilità – ammette Daria Illy – ma credo di poter portare un contributo anche in termini di innovazione per raggiungere i consumatori più giovani».

Manager esterni

Il passaggio di consegne si avvia come una vera e propria trasformazione della governance dell’azienda che già negli scorsi mesi ha registrato l’ingresso di manager esterni come Massimiliano Pogliani, ex Nespresso ed ex Saeco ma anche ex illy dato che lì iniziò la carriera, ora alla guida di illycaffè nel ruolo di amministratore delegato e Federico Marescotti nuovo Ceo della holding.

Christian Benna

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