TRIESTE – Da La Repubblica Affari & Finanza, riportiamo i passaggi salienti dell’intervista a Daria Illy, figlia di Riccardo, membro del board della capogruppo che ancora una volta si è resa portavoce delle donne che oggi più che mai dovrebbero trovare il giusto spazio all’interno del mondo del lavoro e da imprenditrici. Il punto di vista di chi è consigliere e manager del gruppo illy, con un ruolo all’interno dell’azienda di famiglia in linea con la nuova nomina di Cristina Scocchia come amministratore delegato. La presenza femminile ai vertici di questa impresa triestina, è ben solida ed è destinata ad esserlo sempre più. L’articolo è firmato da Paolo Possamai.
Daria Illy: “L’innovazione è una disobbedienza andata a buon fine”
Dal nonno “scienziato e filosofo” Ernesto, Daria Illy, ha ripreso sulla maglietta questo motto che poi ha fatto suo. Rappresentante della quarta generazione, figlia di Riccardo, fa parte del board. Non poteva che accogliere la recente nomina di Cristina Scocchia in illycaffè come una conquista verso la modernizzazione. Così come ha dichiarato su Repubblica: «Siamo abituati a confidare nella forza delle donne, basti pensare alla leadership della nonna Anna. Ma di sicuro avere un capoazienda al femminile è un ulteriore passo sulla via di una piena modernizzazione.- e poi descrive la Scocchia come: “Di sicuro non è una yes woman, parla schietto, va sempre al punto, con competenza evidente. In questo momento servono fatti».
Dal nuovo amministratore delegato, si attende un grande lavoro che porterà alla quotazione in Borsa con successo, dato il know-how sviluppato in termini di governance, m&a, promozione del marchio e del prodotto. E Daria Illy racconta su Repubblica: «Mi aspetto che affronti con determinazione l’agenda 20-30 dell’Onu, che enfatizzi le politiche per la sostenibilità ambientale, che ci renda sempre più vicini al consumatore. Non basta essere belli e buoni, occorre anche saperlo dire con intelligenza e sobrietà, raccontando che rapporti effettivi ha la nostra azienda con i coltivatori di caffè in Africa o in Sud America.».
Daria Illy guarda ad un futuro più al femminile
Perché l’azienda di cui fa parte è sicuramente una che promuove il merito e che può fare ancora tanta strada sulla valorizzazione delle donne e delle loro competenze, escludendo discriminazioni sessuali. E alla domanda del giornalista di Repubblica “Lei nella sua carriera ha subìto discriminazioni?” ha risposto secca: «Valorizzata? No, affatto, semmai discriminata. Ma non tanto a causa del genere, piuttosto per via del cognome. Sono una dipendente, sia pur azionista detentore di una importante quota in nuda proprietà, e da dipendente posso dire che in qualche caso il mio dirigente ha ritenuto di non riconoscere i miei meriti per non apparire di parte. Senza tema di smentita, di sicuro non ho avuto sconti nel mio percorso».
Eppure Daria Illy non ha niente da dimostrare. Già a 18 anni è partita per studio all’estero, diventando una professionista davvero poliedrica: come lei stessa si definisce “mezzo medico, mezzo chimico, esperta di marketing“, appassionata di nutrizione e dallo spirito imprenditoriale spiccato. Suo nonno Ernesto, intuendone il grande potenziale, l’ha richiamata dentro l’azienda per sfruttare le sue competenze subito dopo la laurea. Il fatto di poter contare su una relazione molto stretta con suo nonno però, non le ha spalancato le porte: anche Daria Illy infatti, è partita da un livello basso in illycaffè nel 2009. Chiarisce lei su Repubblica: «Di sicuro non sono sospettabile di aver avuto regali in ragione del cognome».
Da quel momento, Daria Illy ha fatto di tutto nell’azienda
Dalla gestione di grandi clienti internazionali, a Mitaca e la produzione di capsule e macchine per un fatturato di 50 milioni. Attualmente, Daria Illy si occupa, forte della sua esperienza da docente, di promuovere la cultura del caffè attraverso la sovraintendenza della rete dell’Università del Caffè, composta da 60 sedi, per portare avanti la formazione tra baristi e gestori.
E poi lo spettro della pandemia e del duro colpo all’horeca e a tutto l’indotto
Ma Daria Illy descrive una situazione in procinto di rialzarsi, che può già contare su numeri confortanti nonostante l’incognita ancora presente del virus. Per il futuro, lei si vede al servizio di illycaffè, in qualità di azionista e consigliere. Su Repubblica si dice« A disposizione anche per la presidenza. Se non avverrà, non dipenderà dal fatto che sono donna. Ripeto: sono a disposizione in una logica di servizio e comunque in netta distinzione riguardo ai ruoli del management. Perché sono convinta che le imprese familiari abbiano appunto nella famiglia un fattore di resistenza e di tenuta supplementare, ma sempre nel rispetto dei saperi e dei poteri del management».
Per quanto riguarda invece la più ampia questione di genere, Daria Illy si fa avanti con chiarezza, definendo una delle sue competenze proprio l’inclusività e quindi un posto in prima fila per appianare qualsiasi differenza di genere. Questo, ci tiene a sottolineare nell’intervista a Repubblica, non per cavalcare una tendenza ora di moda, ma semplicemente perché lo sviluppo dell’Italia deve passare anche dal pieno coinvolgimento delle donne nel mercato del lavoro. Una mossa che lei stessa definisce come un vero e proprio “progetto di sostenibilità sociale”. E conclude: «Quanto a noi, mi aspetto che la questione sia all’attenzione di Cristina Scocchia: ha già dichiarato che meritocrazia e parità di genere devono andare di pari passo».