MILANO – Sa unire funzionalità e creatività, raccogliere gli input del team di Ricerca e Sviluppo e le esigenze del barista realizzando macchine belle da vedere, funzionali ed ergonomiche.
Thomas Liebe, industiral designer collabora con Dalla Corte dal 2005 e ha disegnato la macchina professionale dc pro, i macinacaffè dc one e dc two, curato il restyling della evo2 e collaborato alla realizzazione della macchina espresso Mina e del macinacaffè on demand Max.
Gli abbiamo posto alcune domande nel corso di un incontro presso lo stabilimento di Baranzate (Milano).
Non è sempre facile trovare e realizzare idee brillanti; dove attinge spunti?
L’ispirazione è parte integrante del processo creativo per l’incredibile quantità di situazioni che lo accompagnano. C’è sempre una storia dietro ogni oggetto ed è necessario comprenderla per creare qualcosa di speciale. Quando ho conosciuto Paolo Dalla Corte nel 2005 ho avuto in dotazione una macchina espresso Mini e ho cominciato a “vivere” il mondo del caffè, imparandone le dinamiche e le diverse tecniche di preparazione. Nel 2008 sono diventato campione barista svizzero. La mia creatività nasce al di fuori del mio ufficio ed è stimolata dal team con cui collaboro, dalle sensazioni e dalle emozioni che mi trasmette. Le storie sono sempre state fonte di ispirazione per me.
Cosa significa design per lei? Come riesce a trasformare un semplice oggetto in qualcosa di speciale e al contempo comprensibile?
Il design è un processo che inizia da un’idea e termina in un prodotto. Gioia, divertimento, amici, un team dinamico con cui lavorare e condividere esperienze sono gli ingredienti necessari per creare oggetti di buona fattura. È estremamente importante trovare un linguaggio attraverso cui il prodotto possa esprimere la propria personalità. L’influenza dello staff è fondamentale e il mio ruolo è di combinare armonicamente tutti i suggerimenti e le caratteristiche di ognuno per trasformarle nel miglior risultato possibile e sempre migliorabile. Sono perfettamente integrato nel processo creativo, di cui non sono il personaggio principale. I protagonisti rimangono le persone del team. Questo è ciò che accade in Dalla Corte, dove le macchine espresso riflettono il carattere e la filosofia dell’azienda.
Ha sempre voluto svolgere questa professione?
Quando ero piccolo volevo diventare un inventore, non un designer. All’inizio non consideravo gli oggetti in quanto non facevano parte del mio mondo. Poi, all’età di 25 anni, un insegnante mi ha fatto scoprire il design e ho cominciato a studiarlo. La mia grande fortuna è di avere “inventato” la mia vita, liberamente. Parte del mio sogno da bambino si è avverato.
Creatività e business: come si conciliano? Il profitto è un limite o un incentivo alla creatività?
Credo che i limiti costituiscano un impulso all’immaginazione. Incontrare un ostacolo ci costringe a superarlo e superare noi stessi; spesso le idee migliori nascono in situazioni non sempre facili. La creatività stessa è qualcosa di inaspettato. Avere delle restrizioni e un obiettivo ben definito sono elementi positivi: troppe alternative rischierebbero di distogliere l’attenzione in un mare di possibilità.