Entusiasmo, tanta voglia di fare, ma soprattutto di comunicare i valori di un marchio che ha molto da dire a proposito di qualità e di studio approfondito di ogni fase di vita del caffè e della sua estrazione. Questo è il “motore” che muove Dalla Corte Ibérica, la filiale spagnola di Dalla Corte macchine espresso, guidata da una “figlia d’arte”, Valentina Dalla Corte (FOTO).
Ha 30 anni e una mente creativa sempre proiettata nel futuro. “Quando sono arrivata nel 2007, la Spagna mi ha affascinata. La prima sede era in Galizia e qui ho continuato a sviluppare il mercato, organizzando una struttura amministrativa e tecnica che con gli anni si è rafforzata. Per due anni ho viaggiato in tutto il Paese, per conoscere le abitudini dei consumatori e il mercato del caffè e dell’horeca. Quando la sede è stata spostata a Barcellona è avvenuto il vero salto di qualità, grazie alle maggiori opportunità che questa piazza offre. Dopo tre anni posso dire di essere molto soddisfatta degli obiettivi raggiunti. Il marchio Dalla Corte è riconosciuto come “top quality” e siamo orgogliosi di essere presenti in catene e locali molto qualificati”.
Dalla Corte Ibérica com’è organizzata?
Ha sede in Catalogna, precisamente a Palau Solita I Plegamans, a pochi chilometri da Barcellona. Le persone che lavorano in essa sono la sua vera forza: è un team appassionato, pronto a rimboccarsi le maniche e lavorare duro! Sono orgogliosa dei miei collaboratori, sia della parte commerciale sia di quella amministrativa, nonché della rete di servizio e supporto tecnico che si è formata nel corso degli anni. Abbiamo in corso numerosi progetti: dal nuovo sito web – www.dallacorteiberica.com -, all’organizzazione di eventi in collaborazione con i migliori esperti del settore. L’ultima esperienza in tal senso è stato il Coffee Business Master, una tre giorni di incontri e discussioni che hanno dato spunti ai nuovi gestori per comprendere e aprire nuovi concetti di locali. Posso affermare che non ci fermiamo mai!
Cosa avete dato di particolare alla comunità dei baristi?
Nel 2007, quando sono arrivata in Spagna, non si parlava ancora della figura del Barista, che è stata introdotta a poco a poco, grazie anche ai concorsi. Per due anni sono stata coordinatrice nazionale: è stata un’esperienza molto intensa e ricca di soddisfazioni. Insieme al team che ha collaborato con me, ho cercato di organizzare eventi in grado di promuovere la professionalità di chi lavora al banco bar e di approfondire la conoscenza del caffè. Oggi la comunità dei baristi è molto attiva e dinamica: a essi Dalla Corte si rivolge con la migliore tecnologia presente sul mercato e un know how di esperienze raccolte nel corso degli anni, dialogando con i professionisti del mondo dei caffè di ogni Paese.
Quali sono gli obiettivi per il futuro?
Vedo Dalla Corte Ibérica strettamente legata alla nuova generazione di baristi e di appassionati del caffè, per i quali continuerà a realizzare iniziative di formazione. Siamo molto vicini anche alle associazioni di settore che promuovono la qualità, creando formule di vendita innovative, in linea con i tempi che cambiano. In questa opera di divulgazione e formazione svolge un ruolo di primo piano quello che è un vero braccio destro della nostra organizzazione: il dc coffee pro Kim Ossenblok; con lui sono nate numerose iniziative legate all’education.
A quali modelli si ispira il mondo del caffè in Spagna?
Al mio arrivo nel 2007, l’Italia era un “mito”, un importante punto di riferimento. Ora il suo modo di intendere il caffè è considerato obsoleto. Le realtà americana e australiana sono il nuovo modello per il barista spagnolo. Chi non si impegna per acquisire professionalità è un “camareros”, che all’interno di un locale può svolgere più funzioni: dal pulire al preparare i panini, al prendere le ordinazioni. È in atto uno sviluppo interessante sia della professione sia del concetto del classico bar e del coffee shop.
Un messaggio per il mondo del bar spagnolo?
L’invito che rivolgo agli operatori di tutto il settore è di non avere paura di mettersi in discussione: il pericolo più grande è quello di rimanere legati alla tradizione, a un sistema di lavoro obsoleto. “Innovazione” dovrebbe essere una sorta di “parola d’ordine” per chi gestisce un locale o una catena. È importante osservare con attenzione e fare tesoro di quanto avviene nel resto del mondo, non per copiare in modo passivo, ma per comprendere e aprirsi a nuovi orizzonti, con una mente flessibile, in grado rispondere in modo rapido ed efficace a un mercato che muta e si evolve con grande rapidità.