MILANO — L’annunciata acquisizione di Costa da parte di Coca-Cola lo insegna: soft drink e bevande gassate tradizionali sono in crisi. E anche i marchi storici di questo universo guardano da tempo alla diversificazione. Con prodotti che differiscono e si distinguono notevolmente da quelli tradizionali.
Una mossa che ha un occhio di riguardo per le abitudini dei Millennials. decisamente più salutisti rispetto ai loro padri o fratelli maggiori. E che ha portato a togliere zuccheri e coloranti dalle bevande per renderle più salubri e ridurre il conto calorico.
L’innovazione, in realtà, è cominciata già da tempo. Negli Stati Uniti, ad esempio, le bevande limpide sono diventate una moda nei primi anni ’90.
Con marchi come Clearly Candian, Miller Clear (una birra trasparente) e Crystal Pepsi, la cola incolore che è stata lanciata con talmente tanta enfasi da andare esaurita in poche settimane.
“All-Free All-Time” – niente zuccheri, niente alcol, niente grassi, niente colori – è lo slogan che accompagna ormai molte aziende, tra cui la Suntory, fabbrica brassicola, che si sta imponendo sul mercato dopo aver tolto il colore dalla sua birra analcolica, aggiunto l’aroma di lime e aumentato la presenza di anidrite carbonica.
Anche il packaging si adegua
L’etichetta della bottiglia di plastica trasparente mostra una spiga di orzo e la scritta “al gusto di birra”.
Anche negli Usa le vendite di acqua aromatizzata in bottiglia sono più che raddoppiate negli ultimi cinque anni. Secondo Euromonitor gli americani bevono circa 2,4 miliardi di litri di acqua aromatizzata all’anno: “questi prodotti sono percepiti come bevande moderne, salutari e fresche” ha spiegato Akari Utsunomiya, analista della società di ricerche di mercato.
Reputazione di trasparenza
All’apparenza acqua, la trasparenza del liquido più naturale. Poi si apre la bottiglietta e in bocca ecco il sapore del caffè, della cola, della birra, ed è questo che i consumatori chiedono al momento: tutta la dolcezza dei soft drinks, ma dall’aspetto più innocuo e sano.
Pare infatti che, alla base della scelta, ci siano anche motivi di “reputazione”: molte birre analcoliche non sono riuscite a conquistare il target perché impiegati e manager ne stavano alla larga, temendo che sul posto di lavoro si potesse pensare che stessero bevendo.
C’è anche l’acqua al latte espresso
Ma nel mondo moltissimi sono gli esempi simili, come quello dell’azienda la Asahi Group Holdings Ltd. Lo scorso maggio ha iniziato a vendere un’acqua al latte espresso (solo 60 calorie, ci tengono a dire) chiamato Clear Latte e da pochi giorni anche un un tè verde “matcha” chiaro.
Ci sono voluti 170 prototipi di caffè zero-caffeina e zero grassi per ottenere il gusto giusto, ha dichiarato il vice direttore della divisione acqua di Asahi Soft Drinks. Asahi non voleva che la bevanda avesse un sapore troppo dolce – “la gente potrebbe pensare che non fosse salutare”. Il risultato? Un’acqua col sapore di una tazza di caffè freddo.