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lunedì 18 Novembre 2024
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Dal posto fisso al sogno: due giovani donne aprono una libreria-caffè

Erica e Michela inaugurano “Il mondo che non vedo” in via Beato Pellegrino: «Uno spazio per l’editoria indipendente»

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SAVONAROLA (Padova) – Tutto comincia il 15 novembre del 1915: quel giorno in rue de l’Odéon, culla della vita studentesca parigina, la giovane e audace Adrienne Monnier apre la “Maison des Amis des Livres”, destinata a diventare luogo d’incontro dei maggiori autori del Novecento.

Dalla porta accanto, Sylvia Beach gestiva la Shakespeare & Company: nel 1922, Beach pubblica la prima copia al mondo dell’Ulisse di Joyce, diventando anche editrice. Nel 1929, Adrienne Monnier ne pubblica la prima traduzione in francese.

La storia nasce qui, ma continua un secolo dopo (la coincidenza è quasi perfetta) nel cuore del centro universitario padovano: in via Beato Pellegrino 37, ha aperto la libreria-caffetteria “Il mondo che non vedo”.

È uno spazio indipendente, controcorrente, unico e molto retrò, gestito da due giovani donne: Erica Guzzo e Michela Mancarella.

Per loro, la storia di Adrienne Monnier e Sylvia Beach è stata uno stimolo e motivo d’ispirazione: dopo vent’anni di amicizia e le esperienze lavorative più diverse, hanno deciso di lanciarsi nell’impresa.

Erica viene da sedici anni passati a fare l’impiegata contabile, Michela è già stata libraia. Poi nove anni fa, quando è nata la sua bambina, ha lasciato per dedicarsi ad altri lavoretti, sempre diversi.

Quello di oggi è un nuovo inizio, in cui hanno investito tempo, soldi, creatività: c’è l’area libreria, tutta dedicata alle case editrici indipendenti (da Marcos y Marcos a Minimum fax, per citare le più note); l’area lettura, di cui si può usufruire anche con testi portati da casa; e c’è anche l’area “coccola”, dove i clienti possono trovare qualcosa da bere o mangiare mentre leggono o chiacchierano. Nulla è lasciato al caso.

«Ogni mobile ha una storia» racconta Michela, «ci piacciono le cose vecchie che raccontano altre storie, e ci piace l’idea del riuso. Una libreria arriva dalla casa di un nonno, le scaffalature sono fatte tutte con cassette di mele». I tavoli, invece, sono fatti con delle porte: «aprono ad un mondo invisibile, come questo spazio» spiega Erica.

La caffetteria

L’area caffetteria è opera di un gruppo di artigiani che creano design a partire dal riciclo: sul bancone spicca un baule di caramelle Leone, ma già oggi troveranno spazio anche dolci fatti in casa, torte salate, piatti vegetariani e vegani.

Nemmeno le bibite sono convenzionali: qui si bevono vini biodinamici, birre artigianali, tisane di ogni genere e succhi di frutta prodotti dall’azienda trevigiana, tutta femminile, “Bevande Futuriste”.

L’orario d’apertura, attualmente, è dalle 9 alle 18.30, ma per l’anno prossimo c’è già un ricco programma di aperture serali, con eventi di ogni tipo.

«Sarà uno spazio aperto alla cultura a tutto tondo» conclude Erica «e, per noi, la realizzazione di un piccolo sogno partito da un libro».

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