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venerdì 22 Novembre 2024
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Dal caffè all’ esplorazione di Marte, il “made in Turin” è già un marchio

La città e il territorio attraverso la lente di chi ci lavora. Un dibattito che ha visto protagonisti gli artefici di alcune tra le eccellenze torinesi internazionalmente note.

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TORINO – Un dibattito sul filo della torinesità, applicata all’ impresa e declinata in ambiti diametralmente opposti. La dimostrazione della versatilità di una città e di territorio che hanno sempre avuto la capacità di porsi come laboratorio: di tenacia, di intelligenze, di cultura. Di modo di vivere, anche.

Qualità da riscoprire, e da mettere a sistema, per reggere sul mercato globale.

Se ne è parlato durante il confronto moderato da Luca Ubaldeschi, vicedirettore vicario de «La Stampa», fra personalità molto diverse che operano (anche) a Torino.

Come Giuseppe Lavazza (FOTO), vicepresidente della famosa azienda torinese, convinto nel rimarcare «la forza delle nostre radici»: il che non gli impedisce di ambire a scalare la classifica per del settore diventare il terzo gruppo al mondo.

Insomma: l’identità come valore aggiunto, soprattutto se si sposa con la capacità di guardare oltre.

Per dirla con Matteo Baronetto – lo chef che ha segnato una svolta per il ristorante Il Cambio, «per dare ulteriore slancio alle eccellenze di quest’ area, fra cui colloco l’enogastronomia, bisogna credere nelle realtà esistenti ed essere ricettivi con quelle nuove».

Credere nelle realtà esistenti: il punto di partenza per chi, come Nicola Lagioia, sta rilanciando il Salone del Libro di Torino facendo leva sulle capacità e sull’ orgoglio della città. «La capacità di fare sistema attorno a valori unici e radicati nel territorio, come il nostro Salone», ha precisato.

E di lavorare sodo: «Faccio più cose a Torino in un’ora che a Roma in un’ intera giornata».

Forse non tutti sono a conoscenza che il «made in Turin», a livello tecnologico, si prepara per raggiungere Marte.

Lo sa bene Walter Cugno, dirigente di Thales Alenia Space Torino e papà della missione «Exomars», arrivato alla Reggia di Venaria con un modellino del “rover” che esplorerà il pianeta rosso, campionerà i dati rilevati in loco e poi li invierà sulla terra. Indovinate dove? Direttamente a Torino.

Alessandro Mondo

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