In Italia, oltre il 75% delle imprese familiari con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro è guidata da leader che appartengono alla famiglia, secondo l’Osservatorio AUB. Ci sono alcuni esempi in cui la guida di imprese di famiglie imprenditoriali italiane si salda con manager esterni, primi tra tutti Lavazza, illy e Gruppo Cimbali. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Anna Migliorati per Il Sole 24 Ore.
Famiglia e manager: il binomio perfetto per il futuro
MILANO – Famiglia e manager, un matrimonio ancora poco diffuso nelle imprese italiane, ma che potrebbe diventare cruciale nei passaggi generazionali che nei prossimi anni sono destinati a incidere nell’economia italiana. A patto che funzioni.
Prada che con la doppia anima di Patrizio Bertelli presidente e Andrea Guerra amministratore delegato riporta in mani italiane Versace è solo l’esempio che ha conquistato nelle ultime settimane le prime pagine dei giornali. Ma ci sono Lavazza, che supera i tre miliardi di euro in un anno difficile per il caffè.
Illy che solo pochi giorni fa in occasione della Milano Design Week ha presentato il nuovo sistema di capsule. Il Gruppo Cimbali, ancora nel mondo del caffè. Sapio, azienda brianzola leader nei gas industriali, protagonista del primo treno a idrogeno italiano, in Lombardia. Tutte storie in cui la guida di imprese che affondano nella storia di famiglie imprenditoriali italiane si salda con manager esterni. Ma non in tutti i casi è andata così.
In Italia, oltre il 75% delle imprese familiari con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro è guidata da leader che appartengono alla famiglia, secondo l’Osservatorio AUB. La leadership collegiale pesa circa il 10%, mentre solo in circa il 15% dei casi il leader arriva da fuori. Un quadro che vede l’Italia ancora molto diversa dal resto d’Europa. Secondo uno studio di ManagerItalia, nel 30% delle aziende familiari del Bel Paese c’è un solo manager esterno, contro l’80% di Francia, Germania e Spagna.
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