MILANO – Sembravano quattro amici al bar, a chiacchierare della loro passione, lo sport e il ciclismo. Il patron Giancarlo Brocci a dire la sua e a condurre il gioco con una spalla del calibro di Riccardo Magrini.
Tra il pubblico gli amici dell’Eroica più o meno conosciuti, facce già viste da qualche parte. Alcuni con il tubolare a tracolla, altri a far bisboccia in giro.
Tutti a parlare di ciclismo, senza microfono e alzando un po’ la voce, così si sente anche laggiù. Il ciclismo dell’Eroica che si guarda indietro per ritrovare il futuro che merita, forte di cultura e tradizione e con tantissimo da scoprire, anche di tecnologia.
Quello dei corridori “belli a vedersi”, come dice Brocci, “non quelli troppo magri che sembrano malati”.
Il ciclismo che potrebbe scoprire che «…Il rinoceronte vivo vale più di quello morto – sempre a sentire “il Brocci” – perché una volta che hai venduto il corno poi devi ammazzarne un altro e così via.
E quando finiscono gli animali non ti resta più niente
Se invece valesse quello vivo… ecco, il ciclismo di oggi rischia di guardare al profitto immediato e bada bene, è giusto che cerchi il profitto, ma se non si guarda un po’ più in là si rischia di trovarsi con niente in mano nel prossimo futuro».
La visione del Brocci è quella più semplice e con idee precise, che sì il vintage, ma c’è qualcosa da costruire di importante e tra qualche giorno vi racconteremo di un bel progetto.
Intanto di là, nella stanza attigua al salotto delle chiacchiere, si fanno i caffè
L’odore nella miscela giusta de La Marzocco che si ritrova proprio all’Eroica. Intanto c’è da mescere il vino, quello rosso buono, che aiuta a ragionare con una fetta di salame o di mortadella e il formaggio.
Sì, non c’è che dire, lo spirito è quello giusto e può valer la pena farci una passeggiata se avete Milano a tiro. Anche se non si parlerà di Eroica direttamente se ne respirerà comunque l’odore. Magari sorseggiando un caffè.