MILANO – I numeri lo dicono chiaramente. Tra le tante emergenze emerse nel corso degli ultimi dodici mesi, c’è anche la cybersecurity. “Un comparto in grande espansione, vista la nuova necessità di proteggere fornitori, portali di terze parti, logistica e clienti finali a seguito della crescente digitalizzazione determinata dalla pandemia”, ha detto a questo proposito Gabriele Faggioli, presidente del Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica) e responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cybersecurity e Data Protection del Politecnico di Milano, intervenendo al webinar “Future of Security”, organizzato dalle fiere Sicurezza, Tuttofood e Host Milano in collaborazione con Fiera Milano Media – Business International.
Cybersecurity: dove fare particolare attenzione
Secondo i dati dei più importanti studi nazionali ed internazionali, infatti, proprio la Gdo, il Retail e il comparto Horeca sono diventati negli ultimi anni gli obiettivi particolarmente appetibili per il cybercrime. Eppure, sottolinea l’ultima edizione dell’Osservatorio, in Italia solo il 13% delle aziende sta investendo in modo significativo e organizzato in questa direzione. “È un fenomeno spiegabile solo in parte”, ha sottolineato Giulio Iucci, presidente di Anie Sicurezza, durante il suo intervento nel corso del webinar.
“Il periodo che stiamo vivendo ha già fatto in modo che temi quali professionalità, certificazioni e qualità possano oggi essere vissuti dal mercato come garanzie di sicurezza, in un approccio win-win, da parte di clienti e fornitori, attivando così a un volano virtuoso sull’utilizzo delle tecnologie legate alla security”.
Per il momento, tuttavia, manca ancora la piena consapevolezza del problema
Solo nel 41% delle imprese del Belpaese, infatti, la responsabilità della sicurezza informatica è affidata a un Ciso (Chief Information Security Officer) e solo il 69% delle aziende ha inserito nel proprio organico un Data Protection Officer (Dpo). Un problema tanto più grave per i protagonisti del mondo Horeca, dal momento che l’industria per la ristorazione e l’ospitalità sono entrambe interessate dall’av-vento di tecnologie come l’intelligenza artificiale e il machine learning, oltre che dal lancio di portali e-commerce e sistemi di food delivery, tutti fortemente esposti a episodi di violazioni di dati ed informazioni sensibili.
“Entro il 2023 il numero di imprese con roadmap complete per l’implementazione della Digital Transformation sarà pari al 75%”, ha confermato un altro dei protagonisti dell’incontro virtuale, Maurizio Tursini, chief products & technologies officer del Gruppo Cimbali. “Da parte nostra, l’IoT è ormai diventato un ‘Need to Play’ per garantire le vendite di prodotto. Ma per questo servono nuovi business model, nuovi modelli organizzativi e nuove competenze all’interno dell’azienda”. Proprio come quelle suggerite durante il webinar, che prevedono più investimenti in Operation Technology Security e una maggiore attenzione, da parte delle imprese, alla Supply Chain Security.