CASERTA – Il primo approccio nel regno di Napoli con il caffè, avvenne proprio all’interno nella Reggia di Caserta, nella metà del 1700. Di questo abbiamo una vera e propria testimonianza scritta all’interno di una lettera di Lady Anne Miller, giovane scrittrice proveniente dall’Inghilterra.
Nella lettera racconta di essere stata invitata ad un ballo di corte alla Reggia Di Caserta nel 1771, dove descrive chiaramente come veniva servito il caffè.
Infatti la giovane parla di una sala adibita esclusivamente alla consumazione di vini liquori e caffè, dove giovani camerieri in giacca bianca servivano le bevande.
Da questa descrizione si può dedurre chiaramente come si trattasse di un vero e proprio Bar all’interno della Reggia di Caserta, cioè della prima coffeehouse del Regno di Napoli.
Successivamente nei primi anni del 1800, nel periodo illuministico, iniziarono a nascere le prime coffehouse partenopee. La prima in assoluto sorse all’interno di Villa Lucia (FOTO) situata a Napoli, nel quartiere Vomero.
Oltre Villa Lucia un’altra coffehouse che ha fatto la storia del Caffè a Napoli: il denominato oggi caffè Gambrinus, allora Grancaffè.
In contemporanea alla nascita delle coffehouse, si ebbe l’avvento del caffè anche nell’uso domestico, attraverso la prima macchinetta da caffè – “la cuccumella” – che fu inventata nel 1819 dal francese Morize.
Successivamente, appena nel 1933, essa venne sostituita in parte dalla Moka inventata da Bialetti.
Solo negli ultimi decenni, in Italia la modalità di preparazione del caffè ha avuto un cambiamento radicale, attraverso l’introduzione di macchinette elettriche e caffè monoporzione.
La prima cialda risale al 1940
La prima cialda in carta risale al 1940 e fu inventata dall’americano Cyrus Melikian.
Da allora il caffè automatizzato è in continua evoluzione, ed è rimasto ancora oggi uno dei pochi settori sempre in crescita
