MILANO – Quale miglior modo di far uscire lo specialty dalla nicchia, se non avvicinandolo con un dolce tipico della tradizione italiana a base caffè? Parliamo naturalmente del tiramisù, che trova la sua perfetta espressione nelle porzioni servite da Mascherpa a Milano.
Questa attività avviata nel 2018, seguendo la passione nata a Los Angeles di Giuseppe per lo specialty e di Giovanna, sua madre, per la pasticceria, si è trasformata in uno spazio piccolo e intimo in cui concedersi una coccola, dal cibo alle bevande.
Un pubblico soprattutto composto da turisti di passaggio, ma anche di appassionati di tiramisù – realizzato con cura nel laboratorio da Giovanna – che hanno voglia di sperimentare il caffè filtro. Dietro al bancone, una La Marzocco GS3 e un Malkohenig Ek43. Il caffè servito? La firma è di Matteo Pavoni, con Peacocks Coffee.
Ed è proprio lui che, sfruttando l’evento del The Milan Coffee Festival, ha organizzato una sessione di cupping per raccontare le varietà alternative all’Arabica e Robusta a chi ancora non le conoscesse.
Da Mascherpa in assaggio: India Excelsa Black Honey, India Excelsa Natural + yeast. Colombia Eugenoide Inmaculad e South Africa Racemosa
Otto grammi di macinato per 150 ml di acqua a 98 gradi.
Dettagli che però sono stati svelati solo all’ultimo, dopo aver provato uno a uno le soluzioni in tazza senza conoscerne le origini e le caratteristiche.
Tra i presenti, forte la presenza di stranieri, trainati dalla corrente del The Milan Coffee Festival e approdati da Mascherpa per completare l’esperienza caffeinica anche fuori dal Superstudio Più.
Pavoni, Cicerone d’eccezione in questo viaggio sensoriale
Che lascia spazio, anzi invita alle domande. Alcuni si fanno avanti riconoscendone degli aspetti organolettici particolari: spunta fuori persino un sentore di salsiccia arrotolata che fa sorridere tutti.
Compagna di avventure di Pavoni anche Renata di This Side Up, azienda olandese importatrice di verde con uno sguardo attento alla costruzione di legami diretti con i coltivatori e quindi di una filiera trasparente e tracciabile.
Questa esperienza ha reso possibile provare qualcosa che per un micro roaster è lavoro di routine, a dei clienti che, seppur in parte già inseriti nel mondo del caffè, non sempre possono entrare in contatto con delle varietà così particolari.
Un evento fuori dalla nicchia, che ha trasformato il consumatore finale in un cup taster, anche soltanto per una serata.