MILANO – Il workshop di premiazione dell’ottava edizione del premio Cultura+Impresa per la valorizzazione delle buone pratiche si è svolto dalle 10 alle 12.30 in live streaming. Tutti i premiati nelle diverse sezioni hanno partecipato all’incontro, raccontando ciascuno i rispettivi progetti. Con la moderazione di Francesco Moneta. Il tema portante è stato la cooperazione tra le istituzioni culturali e le imprese di grandi o piccole dimensioni, che porta a una moltiplicazione del valore dei patrimoni italiani.
Tra i menzionati per Cultura+Impresa 2020-2021 anche il Mumac, che si è distinto grazie al supporto conferito all’Associazione MuseoCity per la realizzazione e la promozione del progetto Pausa Caffè durante l’inizio della pandemia. Un esempio concreto di come la collaborazione tra aziende e Stato possono stimolare l’evoluzione della cultura.
Cultura+Impresa, quando il pubblico e il privato si alleano per lo sviluppo delle arti
Lucia Bergonzoni sottosegretario di Stato del ministero della cultura è intervenuta per rispondere alla domanda: quanto è importante l’alleanza con le imprese per lo sviluppo dei progetti del ministero?
“E’ essenziale il legame tra pubblico e privato. Abbiamo la fortuna di vivere in uno Stato con delle risorse immense e con la capacità di tutelare ciò che ci è rimasto in eredità così come quella di proteggere le novità del know how italiano. Il lavoro anche verso la digitalizzazione di questi percorsi è molto importante. Sono pratiche virtuose che vanno messe in campo andando oltre i propri limiti per promuovere l’arte contemporanea anche in zone del Paese dove è meno sviluppata”.
Antonio Alunni, presidente Gruppo tecnico Cultura Confindustria risponde alla domanda: nel 2020 le aziende hanno mantenuto e a volte rafforzato l’impegno al fianco della cultura: riguarda solo le grandi imprese o anche le Pmi?
“E’ un interesse che non riguarda solo le grandi imprese ma anche le piccolissime imprese e le medio piccole. Perché lo fanno? Perché sentono una responsabilità verso i territori. Nella comunità di riferimento la presenza di imprenditori che investono sulla cultura è fondamentale e può fare la differenza: c’è bisogno di fare una salto in avanti importante per avere un impatto sulla società. Valorizzando lo straordinario patrimonio italiano: è un dovere per le aziende.”
Per mettere in comune due culture diverse come quella pubblica e quella privata, come si può agire più efficacemente?
Borgonzoni: “I ministeri sono in carenza di personale e questo implica dei rallentamenti e dei problemi a prendere in mano le carte. Sicuramente il pubblico ha fatto dei passi in avanti negli ultimi 6 anni grazie ai bonus e alle erogazioni. Bisogna però ancora fare tanto e allargare la possibilità di ottenere questi bonus a tutti i festival.”
Alunni: “Il privato può aiutare a colmare le lacune del pubblico in termini di risorse. Dove il pubblico non riesce a compensare la domanda e l’offerta, entra il privato, a supporto e non in competizione per una crescita comune.”
Il tema della digital innovation nella cultura: c’è un’attenzione particolare da parte delle imprese e del ministero. In che modo si sta lavorando?
Borgonzoni: “La parte digitale nel ministero per le imprese creative, può contare su 155 milioni di cui 123 legati proprio dedicati alla trasformazione digitale nella cultura. Nello stesso Pnr si sottolinea che si conterà sulla relazione tra il pubblico e il privato.”
Alunni: “Le risorse si trovano sempre. L’importante è tutelare ciò che abbiamo e portare il Paese a esser leader nell’arte contemporanea. Costruendo nuova cultura, perché non ci sono più scusanti.”
Si sono susseguiti come da programma, le premiazioni per le tre sezioni di Cultura+Impresa: la prima, produzioni culturali d’impresa a L’Italia riparte – il mio viaggio in treno di Ferrovie dello Stato italiane e Giubilarte.
La seconda Art Bonus a Concerto d’imprese, Fondazione Teatro di San Carlo con Aedifica/Brin69, Ala Spa, Carone Spa, Ferrarelle, Siap, Philippe Foriel-Destezet, Getra, Temi, Isaia, Laminazione Sottile, palazzo Caracciolo e Seda Campania.
La terza sezione, Sponsorizzazione e partnership culturali: Festival le vie dei tesori, Le vie dei Tesori Onlusi con Unicredit.
I premi formativi 2021: una nuova cultura professionale ponte tra Cultura e Impresa con Elena Zarino, Group content manager 24Ore Business School.
Si è passati poi alle menzioni speciali, dove compare tra gli altri il Mumac per gli Under 35, con il progetto Pausa Caffè Museocity in collaborazione con l’Associazione Museocity
Nell’evento, per il museo della macchina per caffè di Gruppo Cimbali, Barbara Foglia, Mumac manager. Perché il nome Pausa Caffè?
“Silvia Adler con il suo entusiasmo ci ha chiamato proponendoci il progetto, concludendo proprio con “vorremmo chiamarlo Pausa Caffè“. Ha avuto indubbiamente una certa importanza anche il nome, in coerenza con la partnership insieme a Mumac. E’ nato il nome prima della proposta e poi c’è stata l’adesione del museo.
Questo è stato un modo di raccogliere il bisogno di pensare al rito del caffè in un momento in cui non c’era più durante a causa del lockdown. E’ un risultato questo molto importante per noi: il Gruppo Cimbali è sostenitore di una cultura che non doveva fermarsi, più che mai in un periodo storico come quello passato nello scorso anno.
L’entusiasmo di MuseoCity è seguito una velocità di realizzazione incredibile: nel giro di un mese si era già online. Il fatto di esserci stati ci rende orgogliosi per aver contribuito a creare una sorta di museo diffuso da fruire in ogni momento. Questo può esser un benchmark per gli altri istituti culturali.”
Silvia Adler, project manager Associazione MuseoCity: “la manifestazione coinvolge un’ottantina di musei e istituzioni di Milano. Pausa Caffè è nata soprattutto per dar voce ai musei di Milano in un momento di grande crisi, per proporre un momento di speranza e di rigenerazione, il tempo di una pausa caffè. Semplice e rapida: abbiamo registrato una serie di interviste, in appuntamenti bisettimanali sino a giugno 2020. Gli interlocutori erano proprio i direttori e i curatori dei musei, insieme agli operatori culturali.
Abbiamo abbinato anche delle playlist musicali ancora oggi disponbili su Spotify. L’obiettivo era quello di intrattenere gli ascoltatori, offrendogli anche delle suggestioni con i consigli degli intervistati.
Il podcast è stato realizzato e promosso grazie al contributo di Mumac ed è diventato una vera e propria radio on demand, disponibile sempre al pubblico. Abbiamo oggi superato i 40mila ascolti. La collaborazione con Gruppo Cimbali non è terminata: a un anno dalla fine del progetto abbiamo registrato 5 nuove interviste, che hanno raccontato alcuni retroscena del podcast.”
Riccardo Tovaglieri, fondatore Patrimonio Cultura: “E’ la terza edizione per la menzione speciale Under 35, che ha visto in questi anni protagonisti sia imprese che operatori culturali sotto questa soglia di età. Oggi la premiazione è legata alla città di Milano, ma gli anni scorsi abbiamo valorizzato diverse esperienze anche legate al sud, a dimostrazione che la collaborazione tra privati e musei di impresa è essenziale.
Anche le nuove competenze legate al digitale sono sempre più importanti all’interno di questi progetti culturali. Un’esperienza quindi assolutamente positiva secondo il nostro Osservatorio, che ha evidenziato come i giovani possano entrare a far parte di queste grande partnership.”