BOLOGNA – Il quarto appuntamento dedicato alla Macchiavelli di Bologna, azienda specializzata nella realizzazione di capsule compatibili per i principali sistemi in uso, ci porta ad analizzare nel dettaglio le strategie di produzione. Anche in questo caso il portavoce dell’azienda è Davide Macchiavelli, amministratore unico.
A questo link, la puntata precedente.
Macchiavelli, la vostra produzione è molto specifica: solo capsule per caffè e solubili. Come mai questa scelta?
“Abbiamo tante idee stimolanti nel cassetto, sia per il mercato del caffè che per altri settori. Oggi però il mondo del porzionato è enormemente dinamico, e per stare al passo con le crescenti richieste dobbiamo necessariamente concentrare le nostre energie. Per ora, gli investimenti che andremo a fare sono in questa direzione. Per il futuro, non escludiamo di esplorare nuove strade.”
Tra quanto vedremo gli sviluppi di quello a cui state lavorando?
“Un paio d’anni sono necessari per completare tutti i progetti in corso, e nel corso di questo lasso di tempo continueremo a concentrarci su ciò che già facciamo. Il caffè resta infatti il nostro principale mercato di riferimento, perché continua a crescere in modo importante e promette di mantenere queste tendenze ancora per tanto. È un mercato sfidante, caratterizzato da un elevato livello tecnologico, aspetti che trovo molto stimolanti.
Il nostro staff è prettamente tecnico ed io stesso ho una formazione e un’esperienza professionale legate alla progettazione di prodotti. Tutto questo ci permette di comprendere al meglio le esigenze delle torrefazioni ed i loro processi.
Ascoltare il cliente e visitarlo costantemente è fondamentale, anche in tempi di Covid, così da toccare con mano le sue necessità, comprendere i suoi problemi e capire dove migliorare. La nostra tradizione tecnica ci aiuta nell’individuare le esigenze ed affinare le soluzioni.”
Macchiavelli insiste molto su sviluppo e innovazione: offrite un prodotto chiavi in mano. Quali sono i vantaggi?
“Abbiamo al nostro interno tutta la filiera necessaria allo sviluppo della capsula: dall’ufficio tecnico ai laboratori, passando per l’officina meccanica dedicata alla realizzazione delle attrezzature, fino alla produzione vera e propria, che comprende le attività di stampaggio ad iniezione, termoformatura ed assemblaggio. Tutte questo garantisce la massima sicurezza, qualità e tempestività.
Faccio un esempio tangibile: quando uscimmo con la capsula Èspresso di Caffè Vergnano, Nespresso non aprì solo contenziosi legali ma, in risposta alla sfida tecnologica che avevamo lanciato, andò a modificare le proprie macchine e le proprie capsule. Nello specifico, cambiò la testina di percolazione nella zona di guarnitura con la capsula.
Grazie all’autonomia progettuale e produttiva di cui beneficiamo, siamo riusciti in neanche 2 mesi a realizzare una soluzione tecnica che andava a migliorare la tenuta della nostra capsula, industrializzandola e andando a modificare tutte le attrezzature produttive. Questo è un esempio concreto di quella flessibilità che il cliente apprezza in Macchiavelli. Siamo pronti ad affrontare cambiamenti e sfide tecnologiche di diversa natura, per dare al mercato ciò che gli serve.”
Non avete mai pensato di riempirle anche le capsule?
“Qualcuno ce lo ha chiesto, ma riteniamo che sia poco coerente con i nostri obiettivi di crescita. Inoltre, tale attività andrebbe contro gli interessi della nostra clientela, trasformandoci in un potenziale competitor. Anche in questo caso, ho molto rispetto del know-how altrui: ci sono esperienze di anni dietro la produzione del caffè, oltre ad un modello di vendita diverso dal nostro attuale B2B. Si tratterebbe insomma di un cambiamento strutturale, organizzativo e di clientela, che non si improvvisa.”
Macchiavelli, servite dal piccolo torrefattore alla multinazionale: cosa cambia?
“Le differenze fra aziende sono molteplici, ma spesso esistono similitudini. Un aspetto importante è capire le attitudini: ovvio che aziende molto grandi necessitano di piani di lavoro di lungo periodo con consegne programmate, mentre in realtà più piccole occorre essere più flessibili considerando anche eventuali imprevisti. Oggi la filiera è molto tesa e le variazioni possono provocare ricadute negative. Bisogna “anticipare le esigenze”. “
In sintesi: qual è la cultura aziendale di Macchiavelli?
“Non accontentarsi mai e attenzione verso il cliente. Il risultato di questa nostra visione porta, innovazione, sostenibilità e sicurezza: i tre pilastri che determinano il successo o l’insuccesso di una azienda.”
Macchiavelli è B2B ma alla fine vi rivolgete al consumatore finale: quanto conta tenere in considerazione le sue esigenze?
“È strategico, perché è lui a determinare il successo di un prodotto. Alla fine, è il consumatore a utilizzare la capsula e se questa non funziona, spesso la sua percezione è che il prodotto sia di scarsa qualità, il che diventa un boomerang per tutti. Ecco perché noi stessi facciamo test di riempimento, finalizzati a prevedere eventuali criticità per il nostro cliente. Tutta la filiera è coinvolta nel successo di un prodotto, dalla capsula,
al caffè, al confezionamento, alla macchina del caffè ed infine alla comunicazione.”
Una buona capsula può rendere il caffè migliore, a prescindere dalle quantità contenute?
“Si, sempre nei limiti del sistema cui la capsula è dedicata. La capsula da sola non fa miracoli, come già detto in precedenza un prodotto di qualità nasce sempre da una filiera eccellente. Tutte le nostre capsule sono dei veri e propri sistemi erogativi volti ad esaltare il suo contenuto, portando in tazza la qualità e passione dei nostri clienti.”
Definire uno standard migliore di altri è difficile: per quale motivo si è imposto Nespresso?
“Il loro sistema è l’espressione di una filiera eccellente. Tutti abbiamo sperimentato il funzionamento delle macchine e delle capsule Nespresso; il risultato è identico in tutto il mondo, qualità, funzionalità e servizio. Questa è la loro forza, insieme al fatto di coccolare il cliente, in maniera da farlo sentire un vip ed all’efficacia della loro campagna pubblicitaria. Nespresso sa presentare il prodotto, incontrando i gusti dei consumatori, come dimostrano i loro numeri di vendita. Oggi con le capsule compatibili ed in particole con “le nostre”, il consumatore è libero di gustarsi la propria marca caffè e nelle varietà robusta o arabica che più lo soddisfano. Insomma, siamo diventati tutti un po’ baristi, ma nella comodità della nostra casa, un giorno si diceva solo: “ti faccio la moka?””
Nespresso che ha comprato il marchio per le capsule Starbucks
“Vista la mole di affari che riesce a generare Starbucks, non poteva che rivolgersi a un player di alto livello. Nespresso e Starbucks quali entrambi lider di mercato anche se in segmenti diversi, potranno ricevere dalla loro unione, un potenziale miglioramento dei loro business. Infatti il primo risultato per Nespresso, è stato entrare in grande distribuzione con le capsule a marchio Starbucks.”
Nespresso sta voltando pagina anche in Italia e in Europa: cosa dice di Vertuo?
“Negli Stati Uniti è una realtà consolidata dal 2015, che stiamo studiando da tempo. Ora siamo in una fase preliminare, ma penso che in qualche modo si arriverà a un sistema compatibile. È possibile che nei prossimi anni il sistema Vertuo potrà conquistare una sua nicchia di mercato interessante. La bevanda che viene erogata tramite tale sistema non è però il classico espresso, quanto più un caffè simile allo shakerato.“
Anche Nespresso, proprio con Vertuo, ha alzato l’asticella ai 7grammi e mezzo
“Sì. Resta comunque un caffè diverso rispetto a quello tipicamente apprezzato dal nostro mercato. Anche la crema non è quella del nostro espresso, è molto ricca di aria. All’interno del sistema avviene una centrifugazione del caffè ed una lettura del codice a barre per la quantità di bevanda da erogare: la tecnologia è notevole.”