PARIGI – Massimiliano Alajmo (foto) apre un ristorante a Parigi, a metà strada fra il Palais Royal e Montmartre. Siamo nel secondo arrondissement, uno dei quartieri più centrali e rinomati della capitale francese, nel punto in cui sul boulevard Montmartre si apre il Passage des Panoramas, uno degli storici passaggi commerciali della Ville Lumière.
Al numero 57 c’era il laboratorio in cui l’incisore Stern immortalava su un cartoncino le teste coronate d’Europa e capi di Stato come Lenin, Stalin e il generale De Gaulle. In quei locali la prossima primavera aprirà il nuovo locale della famiglia Alajmo, il sesto dopo Le Calandre e il Calandrino a Rubano (Padova), La Montecchia e l’Abc Montecchia di Selvazzano (Padova) e il Gran Caffè Quadri di Venezia.
Si tratterà di un locale molto semplice, dove la cucina sarà rigorosamente tricolore e il cui ingrediente principale sarà il caffè. Per questo, alla pari dei bistrot parigini, aprirà già al mattino per le colazioni.
Tutto ruoterà attorno alla macchina del caffè. Sono previsti cinquanta coperti. I menu e i piatti saranno disegnati dal tristellato chef Massimiliano, che in questo periodo sta lavorando nella cucina delle Calandre assieme allo chef che guiderà il nuovo ristorante.
È già stato individuato anche il maître ma dalla famiglia Alajmo non arrivano altre conferme. Si sa solo che in questo momento a Parigi sono in corso tutti i lavori legati agli impianti e che sono arrivate le autorizzazioni necessarie per il restauro dei locali storici in uno dei 17 «passages» rimasti a Parigi (ce n’erano 100) dopo la rivoluzione di Haussman, che a metà Ottocento costruì le grandi «galéries».
A spingere i fratelli Alajmo a Parigi è stato l’amico veronese Gianni Frasi, torrefattore e responsabile del Laboratorio Giamaica Caffè di Verona e il giovane imprenditore parigino David Lanher.
«Al primo sopralluogo quasi non ci credevo — scrive oggi Massimiliano —si entra in un luogo incantato, foderato di legno, con inserti di arredo che spaziano dal XVI al XVIII secolo».
Il progetto degli interni è stato affidato all’architetto e designer francese Philippe Starck, conquistato dalle parole di Raffaele Alajmo durante una cena al Quadri. «Starck assieme a Dominique Auverland ha recuperato tutto ciò che c’era di recuperabile, razionalizzando il luogo, con acume e con misura, riportandolo ai fasti di un tempo».
Le frasi di Massimiliano e di Raffaele sono contenute nel libro Fluidità, il secondo lavoro dei fratelli Alajmo (569 pagine, 150 euro), presentato in anteprima alla presenza del presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta.
Il libro di grande formato, che raccoglie bellissime foto a colori, contiene 70 nuove ricette dello chef tristellato e il dialogo tra i due fratelli con cui viene raccontato in modo originale un percorso lungo sette anni (nel 2006 uscì il libro In.gredienti, vincitore l’anno successivo del Gourmand World Cookbook Award 2007), un periodo denso di impegno, ricerca e cambiamenti.
Per ogni copia acquistata, saranno devoluti 10 euro al Gusto per la ricerca, la onlus che da dieci anni finanzia progetti di ricerca sulle malattie dell’infanzia. Per il decennale sono stati raccolti più di 100mila euro per la fondazione Città della Speranza e per l’Hospice pediatrico di Padova.
Fonte: corrieredelveneto.corriere.it
Per leggere l’originale: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/vino_e_cucina/2013/28-novembre-2013/alajmo-sbarco-parigi-2223715641584.shtml