MILANO – La crisi logistica continua a penalizzare l’ export del Brasile, che segna a novembre una flessione del 38,6% scendendo sotto i 3 milioni di sacchi. Secondo Cecafé, le esportazioni di caffè in tutte le forme del primo produttore mondiale sono ammontate, il mese scorso, a 2.930.124 sacchi. È il livello più basso, per il mese di novembre, dal lontano 2013.
L’export di caffè verde precipita a 2.574.799 sacchi, anche in questo caso ai minimi degli ultimi 8 anni (-41,7%). I volumi di arabica sono in calo del 41,5%, a 2.388.718 sacchi.
Quelli di robusta del 44,4%, a 186.081 sacchi. Stabili invece le vendite all’estero di caffè trasformato (+0,1%), che si attestano a 355.325 sacchi: in lieve flessione le quantità esportate di solubile (-0,5%); in forte progressione percentuale quelle di caffè torrefatto (+168,8%).
Nonostante la rilevante flessione di questi ultimi mesi, l’export dall’inizio dell’anno rimane su livelli elevatissimi.
Tra gennaio e novembre, il Brasile ha infatti esportato 36.288.464 sacchi di caffè in tutte le forme. Pur in flessione del 10%, tale volume è storicamente inferiore soltanto a quello dei primi 11 mesi del 2020 e del 2019.
Le esportazioni di caffè verde sono in flessione del 10,5%, a 32.678.125 sacchi, di cui 29.219.268 di arabica (-8,6%) e 3.458.857 di robusta (-23,9%).
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