L’associazione Voce degli imprenditori della Croazia (UGP) ha ufficialmente richiesto un incontro con i Ministri delle finanze e dell’economia al fine di proporre diverse riforme chiave che ritengono potranno alleggerire gli imprenditori, aumentare la loro competitività e facilitare il flusso d’affari.
In Croazia il caffè è soggetto a un’imposta speciale che – sommata all’iva – è pari a quasi il 35% a tazzina, mentre nella vicina Slovenia l’imposizione è quasi tre volte inferiore ed è pari al 9%.
Leggiamo di seguito parte dell’articolo tradotto e pubblicato sul portale d’informazione Sloboden Pecat.
L’abolizione sulla tazza del caffè in Croazia
ZAGABRIA – Secondo quanto riportato dal quotidiano croato Novi list, l’UGP ha formulato sette proposte per i primi 100 giorni del governo.
L’associazione chiede di aumentare la soglia di accesso al sistema dell’iva da 40.000 euro a 70.000 euro, con l’obiettivo di consentire principalmente ai micro e piccoli imprenditori di lavorare in modo competitivo, di adattarsi ai cambiamenti inflazionistici e di avere opportunità di crescita.
L’UGP stima che l’inflazione ufficiale dal 2007 ad oggi sia del 52%. Inoltre, è richiesta una riduzione dell’aliquota iva per il settore della ristorazione e dei servizi di parrucchieri e estetisti al 13% al fine di ridurre l’economia sommersa in questi settori e offrire prezzi più accessibili agli utenti finali.
Dal nuovo governo, l’UGP richiede anche una riduzione dell’iva per la produzione alimentare al 5%, che, secondo loro, avrà un impatto positivo sul tenore di vita dei cittadini e incoraggerà lo sviluppo dell’agricoltura nazionale.