MILANO – Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè: ma questo è soltanto il risultato finale di una lunga carriera costellata di grandi nomi aziendali, di esperienze all’estero, di ruoli di responsabilità, di Ebitda, fatturati, leadership. E non solo: nel suo “Il coraggio di provarci. Una storia controvento” edito da Sperling & Kupfer, Cristina Scocchia, accompagnata dalla giornalista Francesca Gambarini, racconta una storia molto umana.
Al punto che alla fine delle 223 pagine, la sensazione è che il titolo più corretto debba essere “Il coraggio di provarci e di riuscirci”.
E sì, perché Cristina Scocchia, la ragazzina partita da un piccolo paese della Liguria con tutta la voglia di affermarsi, ce l’ha fatta e non senza fatica e sacrifici.
Scocchia: dalle origini sino ad oggi, un’evoluzione ambiziosa
Dall’approdo giovanissima in Procter & Gamble, la strada verso la vetta non è sempre stata lineare o priva di compromessi, ma mai la tre volte ceo ha pensato di tirarsi indietro quando si è trattato di prendere decisioni, spesso importanti e necessarie, mantenendo un equilibrio tra vita personale e vita professionale.
Trasferimenti, traslochi, notti lunghissime sui libri e altrettanto dense giornate a capo di team per differenti aziende: quello che non cambia mai in questo racconto di anni è la volontà di realizzare i propri obiettivi anche contrapponendosi alle pressioni esterne – che siano quelle iniziali della sua famiglia, o poi quelle dettate dalla paura di buttarsi in nuove avventure e tanto meno che si tratti di confrontarsi con la cultura ancora arretrata sulla questione di genere in Italia -.
La scalata di Cristina Scocchia è un esempio di meritocrazia, di competenza e anche sì, perché no, di coraggio per l’appunto di sapersi prendere carico il destino di un gruppo, di un’azienda anche nei momenti di crisi, che poi non è altro che una realtà fatta di persone che insieme aspettano di essere guidate da chi con carisma e intraprendenza vuole indirizzarle.
E Cristina Scocchia l’ha sempre sentita dentro di sé questa capacità di essere, con le sue stesse parole, direttore d’orchestra, con tutti i pro e i contro che questo ruolo potrebbe comportare. I vari passaggi da un’azienda all’altra, che l’ha portata poi da L’Oreal a Percassi, si conclude con il suo ingresso in illycaffè.
Ma qualsiasi fosse il posto in cui si è potuto esprimere il genio di amministratore, Scocchia ha portato il suo carattere deciso, la volontà di non lasciare mai nessuno indietro, il forte interesse per restituire sempre qualcosa indietro – molto interessante e significativa la sua lunga esperienza nella Croce Rossa che poi si è tradotta anche nel suo impegno sociale a livello aziendale – il coinvolgimento delle donne in questo suo percorso di crescita.
Dall’Italia all’estero, dall’estero di nuovo in Italia, dovendosi misurare con sfide sempre nuove tra cui anche quella dell’amore e poi della maternità: Scocchia ci ha provato, ci è riuscita, ma in particolare è stata in grado di non rimproverarsi eccessivamente per non essere perfetta nel momento in cui ha dovuto dare priorità ad una sfera piuttosto che all’altra.
Amministratore delegato, moglie, madre: Cristina Scocchia ha dato tutto al 100% senza lasciarsi sconfiggere dagli stereotipi culturali che vogliono una donna ai vertici in un certo modo, o viceversa un’altra persona dentro le mura di casa.
Lei invece ha saputo restare fedele a sé stessa, a quella ragazzina che faceva un po’ preoccupare i genitori perché particolarmente tenace e testarda. E che alla fine, è riuscita a diventare un modello di ispirazione per qualsiasi prossima ragazza e ragazzo, abbia il coraggio di provare.
Basta volerlo per davvero. E questo libro narra proprio questa crescita personale: la cosa bella, è che è una storia vera, che quindi può accadere a chiunque ne abbia la forza.
“Il coraggio di provarci. Una storia controvento” edito da Sperling & Kupfer, a 19,90€.