lunedì 23 Dicembre 2024
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Caroli alla BBC sulla chiusura forzata: «Ci vogliono senso civico e spirito di sacrificio»

Cristina Caroli: "Come sempre, coraggio, ingegno e speranza ci accompagnano. Sono molto orgogliosa del mio Paese in questo momento. Anche per un’altro aspetto che emerge con chiarezza: la completa differenza di approccio tattico nei confronti di questa malattia."

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MILANO – Ai microfoni della Bbc una voce conosciuta della Coffee Community italiana.
Cristina Caroli, titolare di Aroma a Bologna, alla quale è stata richiesta una testimonianza in merito alla pesante chiusura totale di bar e ristoranti già in vigore in Italia.

Cristina Caroli, come mai è stata contattata?

“La Bbc aveva bisogno di testimonianze dirette dall’Italia, un paese che in questo momento è sotto gli occhi di tutti, per l’esempio di innegabile sacrificio sociale, e per l’incredibile drammaticità del contagio.

Noi siamo stati contattati come rappresentanti della categoria dei ristoratori, dei gestori di bar, che nella Uk sono rappresentati dalle caffetteria e dai pub che, in questo momento, stanno opponendo fortissime resistenze alla chiusura totale. A causa delle drammatiche ripercussioni che avrebbe, a livello economico, per queste imprese.”

Quindi in Uk, da molti, quella del Coronavirus non è vista come una minaccia totalizzante?

Cristina Caroli:”Infatti, forse anche a seguito delle posizioni governative, che non hanno inizialmente posto l’accento sulla gravità della diffusione e, soprattutto dei picchi di contagio e criticità, molti piccoli imprenditori della ristorazione, persone che comunque hanno bisogno giornalmente di incassi, rifiutano di adottare norme così restrittive e così penose come quelle applicate alla nostra categoria, e non solo ovviamente, in Italia.

Cristina Caroli: le sensazioni sull’isolamento

Durante l’intervista è stato chiesto a Cristina Caroli come si sia sentita, da imprenditrice, quando è stata annunciata la manovra di Governo in merito all’applicazione della chiusura totale. Mi hanno anche chiesto come vedo il mio futuro, da imprenditore, come pensa di fare fronte alle spese, in particolare affitto e personale.

La reazione di Cristina Caroli:

“L’annuncio per me non era altro che un orizzonte degli eventi che già temevo da tempo, dopo settimane che applicavamo procedure di sterilizzazione sistematica di tavoli e di ogni superficie, oltre che ovviamente quelle personali.

L’idea, l’impressione quotidiana, era quella di una dead-line che si stava avvicinando, in quanto i locali pubblici sembravano essere un luogo nel quale potevano verificarsi dei contatti troppo personali, in un momento nel quale era strategico contenere il contagio.

Le notizie dai focolai più gravi ci lasciavano abbattuti quotidianamente, e con il pensiero di amici intrappolati nelle zone più a rischio. Con la percezione che questo qualcosa si stava avvicinando, che stava diventando ogni giorno più potente.”

Cristina Caroli: “Ciò nonostante è sempre qualche cosa di forte da sentirsi dire “chiusura totale”.

L’incubo dei commercianti e di tutti coloro che sono legati in una filiera commerciale,un qualcosa che ti fa chiedere ma adesso come farò? Nello stesso tempo, Alessandro e io abbiamo sempre avuto la consapevolezza che l’interruzione del contagio, mediante manovre di limitazione della libertà personale e chiusura della maggior parte di attività, fosse l’unica strada percorribile nel caso che l’epidemia fosse diventata grave, come in effetti è diventata.

Questo anche grazie ai continui contatti che abbiamo con cari amici in Cina, che hanno già vissuto questo scenario, e che ultimamente erano continuamente in contatto con noi perché preoccupati da ciò che vedevano dall’esterno. Una specie di tragico deja-vu: erano veramente allarmati e non lo facevano altro che metterci in guardia sulla pericolosità della cosa.”

Il messaggio di Cristina Caroli al giornalista e agli ascoltatori sul duro colpo di questa decisione

Una manovra necessaria per fare qualche cosa di concreto e limitare questa epidemia, tenendo se stessi e i propri cari al sicuro.  Tutte le persone che hanno svolto attività commerciale contatto col pubblico hanno avuto una forte esposizione. Inoltre, e questo vale per tutti, non si possono mettere a rischio i propri cari i propri amici, ma anche le soprattutto e persone che non si conoscono.

Ci vogliono senso civico e spirito di sacrificio

Continua a riferire Cristina Caroli: “Ai microfoni inglesi ho detto che non sarà facile, nemmeno per noi che abbiamo alcuni ammortizzatori sociali che non penso siano disposizione in Inghilterra, o forse lo sono con modalità diverse, che sarà durissima, ma che è necessario tagliarsi un braccio per sopravvivere e per vincere insieme.”

Pensa di essere stata convincente?

“Lo spero di cuore, alla fine il giornalista era molto emozionato… Se posso aver fornito le giuste motivazioni, o messo in guardia qualcuno; se ho convinto qualcuno ad affrontare un grande sacrificio, ne sarei molto felice.

Ogni giorno leggo cose orribili, chiamo amici e sento voci che mi parlano di tanto dolore.
La cosa che voglio con tutte le mie forze è che tutto questo finisca, e poi di giorno in giorno qualche cosa accadrà. Perché bisogna sempre sperare, soprattutto dopo aver sconfitto un nemico come questa.

Spero che questa categoria cui apparteniamo tutti, sia noi della comunità del caffè, che gli amici della ristorazione, possa essere concretamente aiutata a rialzarsi e a creare nuovamente quel tessuto prezioso di piccole imprese operose basate sul piccolo consumo quotidiano e sulla tradizione enogastronomica, che sono un patrimonio incredibile da conservare.”

Come vi siete lasciati al termine, a microfoni spenti?

“Mi hanno detto che speravano di fare arrivare messaggi diversi, e che il nostro Paese era l’esempio forte da fare.

Ho percepito che l’Italia ha il rispetto di tutti. Stiamo dimostrando qualcosa di veramente grande e pagando un prezzo enorme.

Come sempre, coraggio, ingegno e speranza ci accompagnano.

Sono molto orgogliosa del mio Paese in questo momento. Anche per un’altro aspetto che emerge con chiarezza: la completa differenza di approccio tattico nei confronti di questa malattia.

Per l’Italia, risulta evidente che la missione è quella di salvare più persone possibili, in qualunque modo possibile, lottando allo spasimo, considerando un bene tutti cittadini e tutti paritetici il più possibile.

In altri paesi sembra che stiano applicando altri metodi, che francamente non condivido, questa è un’opinione personale.

Appoggio le decisioni prese in questo drammatico momento, anche se pagheremo tantissimo in termini economici. Ma a questo penserò quando tutto sarà finito e saremo pronti ad una ripartenza, tutti insieme.”

Ecco il link all’intervista radiofonica

https://www.bbc.co.uk/sounds/play/live:bbc_world_service

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