NAPOLI – Dai primi piatti sino al dessert, il caffè napoletano diventa un ingrediente ricercato per arricchire il menù stellato della chef Cristina Bowerman. Così l’espresso cambia e diventa pura sperimentazione, senza perdere la sua caratteristica principale: la bontà. Per gli amanti della bevanda, trovarlo servito al tavola non a chiusura della consumazione, ma come un leit motive dell’intera esperienza culinaria, sicuramente è un valore aggiunto. Leggiamo le ricette dall’articolo di Luisa Mosello su lastampa.it.
Cristina Bowerman reinterpreta il caffè napoletano
Un piccolo grande tesoro made in Italy da sorseggiare gustandone tutto il sapore, l’aroma e il profumo. E non solo. Perché non esiste solo la tazzina per esplorare le mille sfaccettature del caffè espresso napoletano che presto potrebbe diventare patrimonio dell’umanità. Si può assaporare a 360 gradi nelle maniere più disparate, anche in cucina, nei piatti che ne esaltano le qualità. In omaggio a quella che si può definire una vera e propria cultura, un’arte che si esprime in un rituale tutto italiano.
La candidatura nella lista del patrimonio Unesco
Per riconoscerne il valore a metà luglio il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha trasmesso alla Commissione italiana per l’Unesco il dossier di candidatura che avvia la procedura di iscrizione del caffè nella lista del Patrimonio culturale immateriale. L’obiettivo è renderlo un bene tutelato.
In attesa del riconoscimento oltre a sorseggiarlo come di consueto in una delle pause della giornata si può provare a tavola. Magari seguendo le indicazioni della chef stellata Cristina Bowerman che nel suo ristorante romano Glass Hostaria (1 stella Michelin) racconta il suo legame con quella che è molto più di una bevanda.
La chef Cristina Bowerman e il suo rapporto con il caffè
«Il mio rapporto con il caffè è un rapporto complesso. Ancor più dell’espresso amo il caffé in tutte le sue forme, perché è una grande spezia che riesce a rendere quasi tutti gli ingredienti interessanti – spiega Bowerman -. Il profumo che dona alle carni rosse, alla selvaggina oppure a tuberi arrostiti è “profondo” e anche molto mediterraneo. Fra i miei piatti preferiti e anche fra i primi che ho preparato con questo piccolo grande tesoro ci sono i torchi (fatti con il matterello speciale di mia nonna) al caffè, ragù bianco di coniglio, pesto di pomodori secchi e rosmarino. Non posso poi dimenticare il pane al cioccolato e caffè e rosmarino».
«Uno dei piatti che in seguito ha segnato la storia della mia cucina e che mi è rimasto nel cuore – prosegue la chef – è quello con le animelle, salsa al caffè e cavolfiore. Ne basta poco, in polvere, in pasta oppure direttamente della moca per rendere tutto più profondo o interessante in tavola. Vi rivelo un trucco: cucinate le carote, meglio ancora se sono minicarote, al vapore ma nell’acqua di cottura aggiungeteci dei chicchi di caffè prima arrostiti e poi versate dell’acqua. Servitele se possibile con l’agnello».
Le ricette
Le ricette che Cristina Bowerman regala sono di vere e proprie opere d’arte del palato.
Dal Foie gras con caffè, cipolla rossa e marshmallow all’Agnello al caffè, patata americana, menta e olio alle alici. Fino al dessert: una morbida Zuppetta al caffè espresso in gelatina, latte condensato e gelato al Baileys. Tutto da gustare dal primo all’ultimo cucchiaino, con tanto di cucchiaio, forchetta e coltello.