MILANO – Se la vostra prima colazione è a base di cappuccino di latte vegetale e fiocchi d’avena, preparatevi a spendere di più per il primo e più importante pasto della giornata. Si dà il caso infatti che avena e caffè siano i due prodotti agricoli che sono rincarati di più nel corso del 2021, con performance di livello assoluto per l’intero comparto delle commodity.
Nel caso dell’avena, che è anche e innanzitutto mangime per animali, l’impennata dei prezzi è dovuta alla siccità che ha colpito alcune regioni degli Usa sin dal 2020, portando a un calo dei raccolti nell’ordine del 40%.
La crescita della domanda di carne, in particolare nei paesi emergenti, sta facendo il resto.
Il caffè ha risentito dei problemi climatici di Brasile e Colombia.
E di quelli, soprattutto logistici, del Vietnam. Scarsa disponibilità di container e noli in forte crescita incidono peraltro sul complesso dei commerci mondiali.
Intanto, i prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari sono andati alle stelle rinfocolando l’inflazione, che è risalita, in molti paesi, ai massimi degli ultimi trent’anni.
Il fenomeno ha alla sua origine complesse motivazioni di ordine economico, geopolitico e ambientale, di non facile lettura.
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