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Fairtrade, il commercio equo vale 130 milioni: il caffè cresce, raddoppia il cacao, avanti il tè

Continua ad aumentare l’interesse dei consumatori nei confronti dei marchi etici e del commercio equosolidale. Lo dimostrano non solo i dati di vendita dei prodotti certificati Fairtrade, in continua crescita, ma anche i risultati di una ricerca Nielsen dedicata, condotta ad inizio 2018. Le partnership di sostenibilità con le aziende sono la chiave per sostenere tale sviluppo e assicurare maggiori benefici alle organizzazioni di produttori agricoli di Asia, Africa e America Latina

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MILANO – Cresce il commercio equo nel nostro paese. Nel 2017, infatti, i consumatori italiani hanno speso 130 milioni di euro per i prodotti certificati Fairtrade.

È quanto è emerso dal Rapporto annuale di attività presentato a Milano al Plazzo dei Giureconsulti in zona Piazza Duomo, insieme a una dettagliata ricerca Nielsen sui consumi etici.

All’incontro, hanno parlato Giuseppe Di Francesco, Presidente Fairtrade Italia. È poi intervenuto Dario Soto Abril, amministratore delegato di Fairtrade International che ha parlato di «Prospettive e sfide di Fairtrade International».

Thomas Zulian, key account manager Fairtrade Italia ha poi riportato tutti i dati 2017 di Fairtrade Italia.

Ha seguito ancora Chiara Magelli, Consumer Insights Commercial Leader Nielsen. Che ha esposto i fondamentali dati emersi dalla ricerca Nielsen sulla riconoscibilità del marchio Fairtrade

Infine, l’intervento di Paolo Pastore, Direttore Fairtrade Italia ha parlato dei nuovi modelli di business Fairtrade.

Il dibattito finale, tra i relatori e il folto pubblico di addetti ai lavori, presenti anche torrefattori, è stato condotto dalla giornalista Manuela Soressi.

Ma entriamo nel dettaglio della corsa che hanno intrapreso i prodotti del commercio equo certificati Fairtrade. Per i quali, nel 2017, i consumatori italiani hanno speso ben 130 milioni di euro nel nostro Paese.

Il Marchio internazionale di Certificazione, presente su più di 750 prodotti in oltre 5.000 punti vendita del paese, assicura infatti ai consumatori che gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo ricevano migliori condizioni commerciali e di lavoro.

Paolo Pastore direttore Faitrade Italia
Paolo Pastore direttore operativo di Faitrade Italia

Il Premio Fairtrade

Nella pratica, Fairtrade prevede il pagamento del Premio Fairtrade alle organizzazioni di Asia, Africa e America Latina all’origine delle filiere; ovvero un margine di guadagno aggiuntivo per avviare progetti sanitari, di emancipazione sociale, o di miglioramento della produzione.

Inoltre, per la maggior parte delle materie prime, è previsto il pagamento di un prezzo minimo fairtrade. Tale da coprire i costi medi di una produzione sostenibile.

Tra i prodotti che hanno conosciuto una crescita più significativa, ci sono le banane, che raggiungono infatti volumi di vendita pari a 13.600 tonnellate (+11%); poi il caffè con 810 tonnellate di verde (+10%); il cacao con 1.600 tonnellate di fave (+100%) e lo zucchero con 3.300 tonnellate (+10%).

Questi i valori diffusi in occasione dell’evento che era intitolato “Il futuro di Fairtrade? Partnership di sostenibilità con le imprese”.

La conferenza annuale di presentazione del bilancio di Fairtrade Italia
La conferenza annuale di presentazione del bilancio di Fairtrade Italia

Il ritorno economico alle comunità

Le vendite di prodotti certificati dall’associazione hanno generato, sotto forma di premio Fairtrade, un ritorno economico alle comunità di Asia, Africa e America Latina di circa 703.000 euro per le banane; di 309.000 euro per il cacao, 334.00 per il caffè e 221.00 per lo zucchero.

I consumatori italiani che hanno acquistato prodotti Fairtrade hanno sostenuto la crescita e lo sviluppo delle comunità per una cifra pari a 1 milione e 640 mila euro. Questo, se si fa riferimento nel complesso a tutte le principali categorie merceologiche.

Giuseppe Di Francesco, Presidente Fairtrade Italia
Giuseppe Di Francesco, Presidente Fairtrade Italia

Cresce l’interesse per i marchi etici

Ancora da una ricerca condotta da Nielsen,  che è stata presentata all’incontro, si è scoperto che sempre più italiani dichiarano di acquistare prodotti etici nei negozi alimentari generici. Ovvero supermercati, ipermercati e discount (si tratta di oltre la metà del campione, 51%, a fronte del 36% registrato nel 2014).

Inoltre, rispetto a quattro anni fa i consumatori affermano una maggiore preferenza per i prodotti del commercio equo e solidale (si passa dal 23% del 2014 al 29% di quest’anno).

Per quello che riguarda Fairtrade, la fonte principale di conoscenza del marchio restano i prodotti stessi. Seguiti dalla rete internet. Cresce la conoscenza tra i giovani (fascia d’età 25-34), e nel nord-est del paese, seguito da nord-ovest, centro e sud.

Chiara Magelli, Consumer Insights Commercial Leader Nielsen che ha portato all'assemblea i dati della ricerca Nielsen sulla riconoscibilità del marchio Fairtrade
Chiara Magelli, Consumer Insights Commercial Leader Nielsen che ha portato all’assemblea i dati della ricerca Nielsen sulla riconoscibilità del marchio Fairtrade

Nuove opportunità di business

Tra le novità che si prospettano per l’anno in corso, l’introduzione, a livello internazionale, dei “Marchi di ingrediente Fairtrade”. Le aziende partner del circuito, a fronte di un impegno di acquisto di materie prime certificate Fairtrade da utilizzare in prodotti multingrediente, potranno avvalersi dell’utilizzo di marchi specifici per la tipologia di materia prima acquistata.

Paola Goppion
Paola Goppion di Goppion Caffè di Preganziol (Treviso): la prima torrefazione con il marchio Fairtrade in Italia, 30 anni fa

Il modello è già entrato in vigore per tutte le categorie di prodotto tranne caffè e banane. Attraverso i nuovi “ marchi di ingrediente Fairtrade” le aziende hanno a disposizione un modo diverso per collaborare con Fairtrade per ampliare le opportunità di mercato per i produttori agricoli del sistema.

“La crescita che continuiamo a riscontrare sia nelle vendite dei prodotti che nella riconoscibilità del Marchio ci indicano che i cittadini sono i nostri migliori alleati per creare un giusto impatto e cambiamento verso la sostenibilità.

C’è ancora molto da fare, ma le opportunità non mancano per le aziende che scelgono Fairtrade, in prospettiva di un futuro migliore per tutti.” Ha dichiarato Paolo Pastore, direttore operativo di Fairtrade Italia.

Sergio Ravasio di Ravasio caffè riceve dal presidente di faitrade italia il prrmio quale vincitore della terza edizione della World faitrade Challenge
Sergio Ravasio di Ravasio caffè riceve dal presidente di Faitrade Italia Giuseppe di Francesco il premio quale vincitore della terza edizione della World faitrade Challenge

Cos’è Fairtrade

Il sistema di certificazione Fairtrade, nasce per ridurre le ingiustizie del commercio internazionale. Anche attraverso l’introduzione di pratiche scambio più eque nei confronti di contadini e dei lavoratori dei Paesi in via di sviluppo.

Attraverso un sistema rigoroso di standard, regola i rapporti commerciali tra aziende e organizzazioni di contadini e lavoratori; in modo che a questi ultimi venga assicurato il pagamento di un prezzo minimo, il Prezzo minimo Fairtrade.

Una remunerazione tale da coprire i costi medi di una produzione sostenibile. E un margine di guadagno aggiuntivo, il Premio Fairtrade. Per la realizzazione di progetti sociali, ambientali o di incremento della produzione.

Il circuito rappresenta 1,6 milioni di agricoltori in 73 paesi di Asia, Africa e America Latina. Sono coltivatori di caffè, zucchero, banane, ananas cacao, lavoratori nelle piantagioni di banane, tè, fiori e molto altro.

Più di 35.000 prodotti finiti sono in vendita sugli scaffali di negozi e supermercati di oltre 140 paesi nel mondo. Fairtrade International è l’organizzazione capofila del network.

Per maggiori informazioni: www.fairtrade.net.

Thomas Zulian, Key account manager Fairtrade Italia ha parlato dei dati di Fairtrade Italia
Thomas Zulian, Key account manager Fairtrade Italia ha parlato dei dati di Fairtrade Italia

Fairtrade Italia

Fairtrade Italia rappresenta il Marchio di Certificazione Fairtrade nel nostro paese dal 1994. Lavora in partnership con le aziende concedendo in sub-licenza il marchio Fairtrade.

Questo a garanzia del controllo delle filiere dei prodotti provenienti dai Paesi in via di sviluppo. E nel rispetto dei criteri di terzietà che l’ente di certificazione assicura.

Supporta le aziende nell’approvvigionamento di materie prime certificate e nel consolidamento delle filiere in base alle richieste specifiche dei propri partner. Attualmente in Italia sono in vendita più di 750 prodotti Fairtrade.

Il valore del venduto è di 130 milioni di euro.

Per maggiori informazioni: www.fairtrade.it.

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