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Prezzo della tazzina in centro a Genova, rincari in ordine sparso ma verso 1,10 euro

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GENOVA — Cresce il prezzo della tazzina in alcune zone del centro di Genova. Rincari contenuti, giustificati dall’esigenza di avere un minimo di margine in più, in particolare per il caffè di qualità. A fare il punto, locale per locale, questo un articolo di Francesca Forleo per il Secolo XIX, di cui riportiamo i passaggi salienti.

Nel salotto buono di Genova, tra via Roma e via XXV Aprile, la tazzina alza la testa, anzi la tariffa da 1 euro a 1 euro e 10 centesimi, per mettersi in pari con i prezzi del resto del centro della città.

«Piazza De Ferrari, via XX Settembre, Corvetto, piazza Fontane Marose: qua, è da tempo che il prezzo è quello, io mi sono solo messo in pari – dice Riccardo Traverso, del bar Filleo di Galleria Mazzini.

«Poi, è una scelta mia perché tengo una riserva particolare, ma il caffè lo pago abbastanza caro, quindi ho fatto questa scelta».

Il Filleo non è l’unico ad aver ritoccato il prezzo dell’oro nero all’insù nelle ultime settimane. Anche il Baruffa di via XXV Aprile ha adottato la tariffa a 1,10 euro. E come lui pure il Bar 25 nella stessa via.

Non tutti hanno deciso di aumentare: niente rincari al Ribuffo Bar

Il Ribuffo – Caffè di Genova è uno dei locali in cui la tazzina viene venduta ancora a un euro, senza rincaro

In alcuni locali di via XX Settembre, dove il prezzo più diffuso è proprio quello di 1 euro e 10 centesimi, si arriva anche all’euro e 20 centesimi. Ma non mancano le eccezioni in piazza De Ferrari: il bar Superba, vicinissimo al palazzo della Regione Liguria, resta fermo a un euro tondo, chupito d’acqua incluso».

«Diciamo che i prezzi sono 1,10 nei bar della city mentre il centro storico è quasi tutto fermo a un euro», dice Alessandro Cavo, presidente della Fepag, titolare di due bar e un ristorante tra via di Fossatello (la storica Liquoreria Marescotti) e vico Falamonica.

Ma anche in centro storico ci sono delle eccezioni

Come Tazze Pazze di piazza Cinque Lampadi. Qui il caffè va da 1 euro e 20 in su da sempre e nessuno si lamenta perché «sai cosa bevi», come potrebbe sintetizzarsi il pensiero di uno dei soci fondatori, Matteo Caruso. «Non teniamo i prezzi più alti perché vogliamo essere elitari o cose del genere – spiega Caruso – ma perché vendiamo solo caffè prodotto in maniera sostenibile, in molti casi certificato, prodotto con la massima cura e igiene nella torrefazione; servito con una professionalità fatta di studio della materia continuo, aggiornamento, ricerca».

Sino a 3,50 euro per una produzione limitata

«Prendi questo – s’infervora il giovane imprenditore – lo vendo a 3,50 euro alla tazzina, ma è una produzione limitata colombiana, ne fanno poche centinaia di chili all’anno, ne ho presi 70».

“Nessuno si lamenta di pagare 1,80 euro da Starbucks”

Giacomo Minuto, della Minuto Caffè, è un distributore oltre che esercente savonese in espansione sul mercato di Genova dove ha anche aperto un negozio in Albaro. «Vendo più ai ristoranti che ai bar ma sono un sostenitore del prezzo un po’ più alto che è una leva del mercato – dice Minuto – Il prezzo è una risorsa, c’è una correlazione tra reddito, sviluppo economico e prezzi. Intendo dire che non è un’infamia se un imprenditore prospera ma una necessità. Nessuno si lamenta di pagare la tazzina 1,80 euro da Starbucks perché in quei 70 centesimi in più, ci sono la sostenibilità e la qualità che fanno grande un marchio».

A ciascuno la sua tazzina, insomma

Perché poi nella centralissima San Lorenzo, di fronte alla Cattedrale dove passano ogni giorno centinaia di turisti, il Bar del Duomo si fa un vanto di non aver cambiato tariffa da 11anni quando ha aperto. Via che vai prezzo che trovi, anche il bar pasticceria Giuse non si schioda dalla cifra tonda.

Francesca Forleo

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