TRIESTE – Tanti bar che chiudono, tanti bar che aprono: tra questi, resistono ancora i locali storici, sparsi nelle principali città dello Stivale. Delle realtà che testimoniano il passaggio del tempo, tra cambio di costumi, modi consumo, politica e adesso, anche la pandemia. Uno sguardo in particolare stavolta va sul Cremcaffè, uno spazio strettamente legato al passato, al presente e sicuramente al futuro di Trieste. Leggiamo di questo pezzo di storia, dall’intervista di Michela Porta per triesteallnews.it.
Cremcaffè: aperto dagli anni ’50 sino a oggi
Proseguendo il giro alla scoperta di personaggi e luoghi caratteristici della città, non si può non nominare una delle ‘istituzioni’ che capeggia da ben oltre mezzo secolo in Piazza Goldoni 10: il Cremcaffè. Il Cremcaffè nasce attorno ai primi anni Cinquanta quando Primo Rovis, dopo essere stato in Brasile, decide di dividere in due un magazzino creando da una parte un’abitazione e dall’altra un ufficio con torrefazione. Non soddisfatto, sperimenta fino a creare una miscela tutta sua, insacchettata a mano. Chiamandola proprio ‘Cremcaffè’.
Ha un successo così grande che una volta arrivano perfino i carabinieri a gestire il flusso di clienti (una buona parte, all’epoca, jugoslavi) che intralciano il traffico fino a bloccare il passaggio ai bus. Ma a fine anni Ottanta il ‘re del caffè’ vende tutto e, dopo varie gestioni, arriva ad un’incorporazione totale ad inizi anni Novanta da parte della Juluis Meinl, azienda familiare austriaca. Ci racconterà qualche aneddoto in più Luca Baselice, responsabile del locale.
Buongiorno Luca, raccontaci quali sono i punti forti del Cremcaffè.
“Il locale è famoso anche a chi non ci è mai entrato per la sua grande insegna rossa che spicca in una delle piazze più centrali di Trieste
Grazie ad un’ampia fascia oraria (siamo aperti dalle 6 alle 23, il sabato dalle 6 alle 20) siamo un supporto per chi ha urgenza di fare una buona colazione di andare al lavoro ma anche un luogo di ritrovo per i ragazzi che si ritrovano la sera. Oltre a ciò, come non citare i famosissimi frappè unici a Trieste… Come consistenza e densità, shakerati e serviti nei tipici contenitori di metallo che bisogna raschiare col cucchiaino per poter essere gustati appieno. Non dimentichiamoci, però, del caffè!”
A proposito del caffè..
“Abbiamo caffè in polvere, in cialde, in chicchi…e di ognuno, una vasta scelta per ogni palato..senza tralasciare design ed eleganza, per regali ed acquisti di qualità. Alcuni esempi sono le varietà premium come la Suprema o la Arabica, bene in vista per una scelta a 360 gradi.”
Ci sono delle novità particolari che ci vuoi raccontare?
“La Julius Meinl ha creato una miscela segreta, chiamata ‘Poesia’, che facciamo solo noi qui al Cremcaffè. Da questa idea è stata creata una parete bianca che potete trovare all’interno, con sopra alcune scritte in inglese che richiamano alcune poesie… In questo modo nasce la possibilità per tutti di creare e lasciare una propria poesia sulla parete in cambio di un caffè.”
Negli anni com’è cambiato il posto?
“Negli anni il locale è diventato anche bar-cornetteria con alimenti salati e dolci per soddisfare pienamente la clientela. Cerchiamo di offrire sempre prodotti di innovazione ed adatti ad ogni momento della giornata.”
Invece, per quanto riguarda la clientela?
“Il caffè è un posto storico quindi c’è sempre stata e continua ad esserci una varietà di clientela..abbiamo una fascia ampia di generi ed età che ci porta a sua volta ad essere molto vari nell’offerta.”
